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Norcia. La Castellina
Norcia è una piccola cittadina con poco meno di 5.000 abitanti, situata a circa 600 metri s.l.m., al limitare nord dell’altopiano di Santa Scolastica, un pianoro di origine tettonica collocato nel cuore dell’Appennino umbro-marchigiano e inserito nel comprensorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
È un insediamento di origini antichissime: le prime tracce della presenza umana nella valle risalgono al Neolitico, mentre sono testimoniate con certezza l’esistenza di un villaggio a partire dall’VIII sec. a.C. e, tre secoli dopo (per opera dei Sabini), la fondazione di una città fortificata, che rappresentava l’avamposto più a nord del territorio da essi controllato. Probabilmente il nome Norcia deve essere posto in relazione con il nome etrusco Northia (la dea Fortuna per i Romani), che in Sabina diventò Nursia, da cui deriva il toponimo Norcia.
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La Castellina: cortile interno
La ricchezza dei ritrovamenti archeologici effettuati nel territorio era tale, già agli inizi del XX secolo, che nel 1925 la fortezza della Castellina venne individuata per ospitare la raccolta archeologica comunale. Tuttavia fu solo molti anni dopo, nel 1967, che venne fondato Il Museo Civico e Diocesano della Castellina, che si costituì attraverso i depositi di opere di proprietà del Comune, della Curia Vescovile dell’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia e degli Istituti Riuniti di Beneficenza.
L’idea di un grande museo, che racchiudesse sia il patrimonio di provenienza civica che le testimonianze d’arte sacra ecclesiastica, fu dello storico dell’arte perugino Francesco Santi, allora ispettore presso la Soprintendenza dell’Umbria dove, dal 1975, subentrò nel ruolo di vertice. Come sede espositiva fu scelta la Castellina, la rocca che si affaccia sulla piazza principale di Norcia, piazza San Benedetto. Il fortilizio, che occupa l’intero lato occidentale di questo ampio e arioso crocevia urbano, venne realizzata nel 1554 su progetto del famoso architetto manierista Jacopo Barozzi da Vignola, autore di edifici di eccentrica bellezza come Villa Giulia a Roma e Palazzo Farnese a Caprarola.
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Vergine annunciata e Angelo annunciante, La Castellina (www.umbria.ws)
La Castellina, per la costruzione della quale vennero addirittura demoliti il Palazzo del Podestà e l’antica Pieve di Santa Maria Argentea -ricostruita poi a poche decine di metri-, venne innalzata per volontà del pontefice Giulio III: a determinarne l’edificazione fu l’ennesimo sanguinoso tumulto scoppiato in questa zona di montagna, al confine tra Stato Pontificio e Regno di Napoli, difficilmente controllabile. Per questo il papa e suo nipote Fulvio della Cornia, cardinale di Perugia e legato di Ascoli e Norcia, furono irremovibili: era d’obbligo riportare l’ordine in queste terre, dove i banditi erano diventati spregiudicati e il ristabilimento dell’autorità doveva passare anche e soprattutto attraverso un simbolo vistoso come una possente e compatta fortezza dalla pianta quadrilatera, con torrioni angolari fortemente scarpati.
La Castellina venne destinata all’ufficio denominato Prefettura della Montagna, che aveva giurisdizione su un vasto territorio montano (Norcia, Cascia, Visso, Cerreto e Monteleone di Spoleto). Le vicende di Norcia dopo la comparsa della Castellina furono, come prevedibile, alterne: l’istituzione della Prefettura della Montagna significò infatti l’accentramento del potere da parte della Chiesa e la pressoché definitiva scomparsa dell’autonomia delle istituzioni comunali, svuotando totalmente di significato pratico il ruolo dei Consoli eletti dai cittadini nursini.
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Norcia (www.italytraveller.com)
Anche le vicende del progetto museale, ideato nel secolo scorso, furono (da quando la Castellina fu scelta come sua sede) alquanto travagliate: un primo allestimento, limitato a sole 6 sale del piano nobile, risultò composto da un numero di opere molto più ristretto di quello previsto: per l’esattezza ve ne erano esposte soltanto 23.
Sono ben note a livello locale le vivaci rimostranze a cui il progetto andò incontro, sebbene questo fosse dettato da improcrastinabili esigenze di tutela, che erano inevitabili per arginare una progressiva e incontrollata spoliazione del territorio per furti, alienazioni illecite e degrado conservativo delle opere d’arte.
Meritano soprattutto di essere raccontate le resistenze degli abitanti di alcune piccole comunità (frazioni come Abeto, Todiano e Poggio di Croce), che si opposero al trasferimento dei dipinti custoditi nelle rispettive chiese parrocchiali. La vexata quaestio se fosse preferibile la conservazione delle opere in loco, benché a volte abbandonate a sé stesse, oppure la loro musealizzazione coatta, veniva in quel caso a emergere con tutta la sua irruenza in un dibattito che, comunque, era giusto che avesse luogo.
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Norcia, piazza San Benedetto (www.agriturismodinorcia.it)
L’istituzione del museo era intesa dalla Soprintendenza come un doveroso servizio reso alla collettività e come motore di promozione turistica; le persone che da sempre abitavano il territorio rurale attorno a Norcia lo vedevano invece come un sacrificio richiesto principalmente a loro, che li avrebbe privati di beni di cui erano gelosi custodi.
Il terremoto del 1979, producendo evidenti danni all’edificio e mettendo a rischio le opere ivi conservate, costrinse a sgomberare tutti gli ambienti adibiti a sale museali, cercando un ricovero temporaneo che fu individuato prima in alcuni saloni del pianterreno della stessa Castellina, poi in un “contenitore” attrezzato specificatamente, posto fuori dalla città per scongiurare pericoli dovuti a crolli di edifici resi pericolanti dalle lesioni provocate dal sisma.
I lavori di consolidamento e adeguamento antisismico si protrassero oltre ogni ragionevole termine, sia per la discontinuità dei finanziamenti sia per la mancanza di un’organica elaborazione progettuale. La Castellina venne riaperta al pubblico nel 1996 come mostra permanente, in attesa di una moderna esposizione museale. Il progetto iniziale, vecchio ormai di trent’anni, ha preso corpo passo dopo passo negli ultimi due decenni.
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Museo della Castellina (www.minube.it)
Oggi vi trovano collocazione, oltre alle raccolte del Museo Civico e Diocesano, la collezione Massenzi e una mostra archeologica permanente. Il primo nucleo riunisce arredi sacri, affreschi, dipinti su tavola e su tela, sculture lignee o in pietra, terracotte invetriate, tutto databile tra il XII e il XVIII secolo, compresi la duecentesca croce lignea dipinta da Petrus Pictor proveniente dalla frazione di Campi, il grandioso gruppo scultoreo della Deposizione in origine a Roccatamburo, le pregevoli statute (Madonna col Bambino, santi Giovanni Battista ed Evangelista e Angeli adoranti, 1469) del celebre scultore Giovanni Dalmata provenienti dalla chiesa di San Giovanni, l’incantevole pala centinata firmata da Antonio da Faenza raffigurante la Madonna e il Bambino tra i Santi francescani (1519) e, dulcis in fundo, una perla di rara bellezza, ovvero il raffinatissimo gruppo dell’Annunciazione in terracotta invetriata, degli inizi del Cinquecento, della rinomata bottega toscana dei Della Robbia.
A partire dal 2000 le raccolte furono incrementate considerevolmente dalla donazione del cav. Evelino Massenzi, che mise insieme una delle maggiori raccolte private umbre. La donazione si compone di circa 400 pezzi della sua collezione archeologica e circa 50 pezzi di quella storico-artistica. Si tratta in prevalenza di reperti bronzei e vasi etruschi, greci e in minor misura magnogreci, databili dal IX secolo all’età romana. Ma appartengono alla donazione anche due straordinarie statue in terracotta policroma, una delle quali attribuita al grande artista senese Jacopo della Quercia.
Dal 2003, grazie a un generoso contributo offerto dal Rotary Club, è anche presente la Mostra archeologica permanente intitolata “Partire per l’aldilà”, costituita dai recenti rinvenimenti di ricchi corredi tombali, databili tra la fine del IV e il I secolo a.C., nelle necropoli ellenistiche di Colle dell’Annunziata, Popoli e del Piano di Santa Scolastica. Nell’agosto 2014, poi, si è inaugurato il definitivo allestimento della collezione Massenzi: una nuova disposizione resa necessaria dall’acquisizione di nuovi capolavori, tra cui due splendide tempere su tavola raffiguranti San Francesco e Santa Chiara, di scuola umbro-marchigiana (XIV secolo). Sempre dalla scorsa estate – e ci auguriamo si ripeta anche per la stagione in procinto d’iniziare – è inoltre possibile visitare il sottopasso della Castellina, ovvero il passaggio segreto che serviva al Prefetto e alle truppe residenti nella Castellina per fuggire dalla città in caso di invasioni di eserciti nemici.
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Castelluccio di Norcia- Parco dei Monti Sibillini (www.italia.it)
Hanno camminato di pari passo, al fianco dei lavori di adeguamento strutturale e di allestimento delle collezioni permanenti, le iniziative temporanee, soprattutto esposizioni di artisti viventi: tradizione che prese il via grazie alle mostre promosse dalla benemerita associazione “Una mostra, un restauro”. Il presidente del comitato, Giuseppe Urso, fondò nel 1974 questa piccola associazione insieme a una decina di famiglie tutte del posto, avvalendosi però nel corso degli anni del sostegno di oltre 100 artisti contemporanei, tutti validi e affermati, sia italiani che stranieri: tra questi, Manfredi, Castellani, Maccari, Caruso, Greco, Dorazio, Guttuso. Ognuno di questi artisti, anno dopo anno, ha donato delle opere grafiche (disegni, incisioni, acquerelli) per la realizzazione di una mostra il cui ricavato veniva devoluto al restauro di un’opera d’arte del territorio nursino.
Il primo restauro fu quello del tempietto di Vanni della Tuccia (1354); seguirono interventi memorabili come quelli sugli affreschi dei fratelli Salimbeni nella chiesa di Santa Scolastica, sul trittico di Francesco Sparapane nella sontuosa cappella della Misericordia (Cattedrale di Santa Maria Argentea), fino alla bellissima pala dell’Incoronazione della Vergine di Jacopo Siculo, dal 2005 ritornata a brillare di luce propria nell’Auditorium ricavato nell’ex-chiesa di San Francesco, costituendo così memoria tangibile della presenza francescana a Norcia.
Grazie a questi intraprendenti amatori e cultori del territorio nursino, a questi signori immolatisi come baluardi a difesa dell’identità locale, dobbiamo anche non pochi restauri e interventi funzionali (come l’impianto dell’ascensore interno alla Castellina), che hanno interessato le opere che oggi possiamo ammirare nei suggestivi locali del Museo Civico e Diocesano.
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Le vette e il territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini – Norcia Umbria (www.norcia.it)
È proprio il caso di dire: “Nemo propheta in patria”, ma non a Norcia. Detto che non valse infatti per San Benedetto e la sua regola, giacché il monachesimo benedettino si diffuse a Norcia, malgrado l’assenza del suo illustre concittadino, assai affaccendato a Montecassino, fin da quando il santo era ancora in vita. E non è valso neanche per il signor Giuseppe Urso e i suoi compagni di avventura, a cui tutta la cittadinanza riconosce il grande tributo generosamente offerto alla loro città e al museo che oggi la rappresenta, dopo tanti anni di peripezie, in maniera congrua e completa.
Senza il museo alla Castellina, i turisti che affollanno la città per acquistare i prodotti tipici della norcineria e le altre prelibatezze del territorio (il prosciutto IGP, il tartufo nero pregiato) non potrebbero mai immaginare quanta storia, racchiusa in quelle spesse mura, sia passata per questi borghi montani e queste piccole cittadine fortificate, nascoste tra le gole della Valnerina e l’anfiteatro naturale dei Monti Sibillini. Paesaggi mozzafiato, dove il genere umano ha lasciato segni tangibili e pregevoli della sua presenza da 2500 anni: non disporre di un museo atto a conservarne memoria sarebbe equivalso a una catastrofe naturale di immane proporzioni, ben peggiore dei terremoti che, da sempre, hanno devastato e fatto soffrire danni ingenti ai monumenti della “Vetusta Nursia”.
LE PRIME DUE IMMAGINI:
Piazza San Benedetto con la Castellina (licenza creative commons Attribution-Share Autore: Zyance)
Cortile interno della Castellina (dal sito www.lavalnerina.it)
INFORMAZIONI UTILI:
Museo Civico e Diocesano “La Castellina”
Piazza San Benedetto, 06046 Norcia (PG)
orari di apertura:
dal 1 maggio al 30 settembre, 10-13 / 16-19 (lunedì chiuso)
dal 1 ottobre al 30 aprile, 10-13 / 15-18
biglietti: intero € 4, ridotto € 3 (Museo e Criptoportico romano € 5 intero, € 4 ridotto)
http://www.munus.com/museo-la-castellina-e-criptoportico-romano-norcia-perugia
DOVE DORMIRE:
– Agriturismo La Cerqua, Pietralunga (PG)
– Agriturismo Podere Ranciano Alto, Castiglione del Lago (PG)
– Agriturismo Le Rondini di Francesco di Assisi, Cannara (PG)
Tag:arte, Museo La Castellina, Norcia, norcineria, Umbria