Dopo aver avviato il progetto di pedonalizzazione dei Fori, il sindaco Marino rilancia: il nuovo progetto, di cui qualche giornale ha dato notizia una decina di giorni fa, è il completo smantellamento di via dei Fori Imperiali, per riportare alla luce la via Alessandrina e riunire gli antichi Fori.
Un progetto di cui si parla da più di 30 anni, ripreso e abbandonato numerose volte: riportare allo stato naturale la zona che va dal Colosseo a piazza Venezia, riunendo i Fori di Cesare, Augusto e Vespasiano, grazie allo smantellamento della strada sovrastante: via dei Fori, aperta il 28 ottobre 1922 in occasione dell’anniversario della Marcia su Roma, fu il frutto dello sventramento di 5000 case e 6 chiese del quartiere Alessandrino, voluta da Mussolini per celebrare le vittorie del suo esercito.
Poi, nel 2002, il cambio di marcia: con il sostegno della relazione del professor Giorcio Ciucci, storico che si occupa nello specifico dell’architettura mussoliniana, l’allora capo della sovrintendenza statale ai Beni architettonici Ruggero Martines, decise di mettere un vincolo alla via per tutelare l’intervento urbanistico del periodo fascista.
Adesso il sindaco Marino ha deciso di provare a dare un via definitivo a questo progetto, riunificando i Fori e inserendoli nel più ampio progetto di Parco archeologico, che dovrebbe collegare il Centro storico anche con l’Appia Antica e con i Castelli romani. Ma quali sonoi gli ostacoli da superare per realizzare il progetto?
Il ministro dei Beni culturali Massimo Bray dovrà varare per il momento due commissioni che studieranno il progetto dai punti di vista giuridico e archeologico-urbanistico. Secondo quanto riportato dai giornali, le nomine ministeriali sarebbero già sul tavolo. Il primo problema da risolvere, infatti, sarà nominare una commissione di esperti giuridici che capisca come rimuovere il vincolo del 2002.
La seconda commissione, invece, si dovrà occupare degli aspetti architettonici, urbanistici e –non ultimi- di quelli archeologici: la messa in sicurezza e la conseguente valorizzazione dei resti che si troveranno abbattendo via dei Fori è un’operazione imprescindibile dal resto.
Il Daily Slow ha chiesto a Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, il parere dell’associazione sul progetto di smantellamento di via dei Fori:
“L’idea di riscoprire la via Alessandrina, e di creare il Parco archeologico viene dagli anni ’70: un’idea trascinante per la Capitale, dal grande valore storico, archeologico e urbanistico. Legambiente, da sempre in prima fila su questi temi, sarebbe assolutamente favorevole ad un progetto del genere. Il problema è un altro: non serve partire con grandi progetti a lungo termine, se non si risolvono prima gli ostacoli a progetti più immediati come quello della pedonalizzazione del Centro”
Un progetto indubbiamente affascinante, secondo Parlati, ma che necessita di studi approfonditi e molto tempo a disposizione:
“Sulla via ci sono idee e progetti di ogni: dal ponte sospeso alle iniziative presentate al concorso indetto anni fa per dare un volto nuovo al Centro Storico. Tutte idee interessanti ma lasciate cadere: perché prima bisogna risolvere dei problemi più contingenti. Non ha senso, ad esempio, parlare del parco archeologico se oggi le zone comprese in quest’area non sono neanche visitabili con un unico biglietto e sono gestite da enti diversi che collaborano poco”
Insomma, prima bisognerebbe mettere mano a progetti propedeutici e portarli fino in fondo, come ad esempio la recente pedonalizzazione della via.
“Sulla pedonalizzazione è stato avviato un percorso –spiega Parlati al Daily Slow- ma siamo ancora lontani anni luce da risultati concreti. Di fatto c’è ancora molto traffico, le auto passano in alcune ore del giorno e nei week end, in altre vie limitrofe transitano solo alcune categorie…di fatto la pedonalizzazione è a metà”
Un giudizio, spiega Parlati, comunque positivo:
“E’ un bene che l’iniziativa sia stata ripresa e portata avanti con decisione: a parte qualche problema con residenti e commercianti, questioni in ogni caso risolvibili con aggiustamenti alla viabilità, il punto di partenza è buono. I cittadini mi sembrano contenti e anche i turisti dimostrano di apprezzare, informandosi sulla nuova situazione di via dei Fori”
“Ma adesso, avviata la prima fase, si deve passare alle successive: la chiusura deve essere totale, i livelli di smog dovranno essere ridotti, non si può fare come sull’Appia Antica, dove ormai la pedonalizzazione di fatto non c’è più a causa della miriade di permessi di transito”
Ma cosa servirebbe per migliorare l’attuale pedonalizzazione?
“Chiusura al traffico a parte, non solo di quel tratto ma di tutti i Fori, i partirei con una serie di iniziative per attrarre turisti e romani in quella zona: culturali, artistiche, divulgative, cose che si fanno in tutte le grandi Capitali europee. Da fare c’è: partiamo con cose realizzabili nell’immediato e poi potremo guardare ai grandi progetti”
Anche il problema del budget, legato non solo all’urbanistica ma anche e soprattutto ai ritrovamenti archeologici, è da tenere presente.
“I finanziamenti necessari dovrebbero anche comprendere la cura del patrimonio archeologico nascosto dalla via: reperti fondamentali per l’intera umanità, che devono essere trattati nel modo più professionale possibile, catalogandoli, valorizzandoli, esponendoli dove serve. Ad oggi, gli oneri di un progetto del genere sembrano insostenibili”
Insomma, meglio partire dalle piccole cose, per rendere la Capitale un po’ più vivibile oggi, piuttosto che aspettare decenni sperando che nessuno abbandoni il progetto o cambi prospettiva:
“Iniziamo dalle cose da fare oggi, anzi, che dovevano essere fatte già ieri. Pedonalizzazione vera del centro, iniziative culturali, collegamenti veri fra Centro, Appia e Castelli, rendere fruibile l’archeologia e la storia dei questa Capitale in modo semplice. Una volta portate a termine queste iniziative, si potrà pensare ai grandi progetti”.
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