A Rimini è stato inaugurato “Tutti a bordo”, parco giochi “inclusivo”, e dalle immagini oltre che colorato e attraente come è giusto che sia, appare davvero realizzato pensando di far salire a bordo tutti ma proprio tutti.
Scivoli a piacere da soli o con qualcuno al fianco, scale con “piste” per riportare velocemente e comodamente l’indispensabile carrozzina al punto di arrivo…
Dalle attrezzature e i luoghi più ludici come il “vortice marino”, il mulino” il fiore telefono, l’altalena amaca fino al tavolo con panca in legno accostabile in carrozzina…tutto normalmente usabile da tutti senza essere ne speciale ne riservato, semplicemente e consapevolmente realizzato secondo i principi del “design for all”.
E mentre i parchi gioco qua e la per l’Italia si profumano di accessibilità decisamente meno “contaminati” dal pensare “inclusivo” sono invece gli ospedali.
Perlopiù la stampa ha titolato con “L’ospedale non è un posto per disabili” la presentazione dell’”Indagine nazionale sui percorsi ospedalieri per le persone con disabilità” (Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane – Spes contra Spem in collaborazione con Fondazione Ariel e con il contributo di Fondazione Umana Mente del Gruppo Allianz)
L’associazione Festival per le città Accessibili fin dalla sua nascita ha denunciato l’inadeguatezza di gran parte degli ambulatori e delle apparecchiature diagnostiche, dati che l’indagine puntualmente rileva e conferma.
Sconcertante, ad avviso di chi scrive, persino il dato presentato come il più positivo, ovvero che il 95% delle strutture “consente la permanenza del caregiver, oltre l’orario previsto per le visite”.
Ancora una volta e per di più in strutture che per vocazione potrebbero essere presidi (e disseminatori) di soluzioni inclusive e “for all”, è come ammettere che l’accesso ad un diritto, quello alle cure e all’assistenza, piuttosto che essere garantito dai luoghi e dalle strutture (ovvero quel contesto che la stessa OMS utilizza per la “Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute” – ICF ), grava sulla disponibilità delle relazione familiari ed amicali.
Sul sito, nel merito di questa rubrica, ci siamo posti un problema: “…abbiamo dato cadenza quindicinale, ovvero il secondo e il quarto mercoledì del mese, e qui un dubbio. Rispettando quest’ultima indicazione la cadenza di tanto in tanto si allunga di una settimana, rispettando la quindicinalità viceversa i mercoledì slittano periodicamente al primo e terzo del mese…”.
Così per questa volta (e la prossima) abbiamo optato per la “quindicinalità secca” comunicando però di volerci attestare al secondo e quarto mercoledì del mese e celebriamo questa decisione con le note allegre e sagge delle ballate che il musicista e cantastorie Felice Pantone ha composto appositamente per noi.
Il primo brano è montato con l’audiodescrizione del video stesso, realizzata e letta dalla scrittrice e amica Isabella Caporaletti (…per le città accessibili autrice del libro gioco “non solo favole”) e i testi in sottotitolazione.
Il secondo, la “Ballata per le città accessibili” con arrangiamento di Massimo Lenzo, non ha particolari effetti visivi ed è semplicemente doppiato in LIS mentre il testo scorre di lato all’interprete… sulle sue note vi diamo appuntamento al 20 aprile.
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