
Agrigento: antichità e modernità. Immagine tratta da www.wikimedia.org
Non c’è che dire: due giorni sono davvero pochi per visitare Agrigento, Porto Empedocle e la bellissima Scala dei Turchi, che già dal nome rievoca antiche battaglie e sogni di gloria. Soprattutto se si tratta di un viaggio di lavoro.
Tre ore di pullman per raggiungere l’antica Akragas dall’aeroporto di Catania. Un tempo che altri percepiscono come infinito ma di cui tu assapori tutti i benefici: da dietro il finestrino godi dello spettacolo offerto da aranceti, dolci colline e strade piuttosto sgombre, le cui curve cullano il tuo viaggio. Arrivata a Giurgenti (così la chiamano gli abitanti), breve riunione e via: si parte alla volta della casa di Luigi Pirandello, direzione Porto Empedocle.

Casa natale di Luigi Pirandello – wikimedia.org
Pirandello, Sciascia, Camilleri… non riesci a credere che una singola zona riesca a contenere tre nomi così grandi! Riesci a dare un’unica, furtiva occhiata alla casa che fu dell’immenso drammaturgo, scrittore e poeta.
Poi oltrepassi il brutto impianto termoelettrico di Porto Empedocle e ti rattristi al pensiero che la meravigliosa Sicilia, come gran parte del Sud Italia, sia deturpata, a tratti, dalla mancanza di rispetto dell’uomo per la natura. Qui, come in pochi altri luoghi, bello e brutto convivono “pacificamente”. Pochi chilometri e sei sulla sabbia fine della spiaggia dei turchi, dove dimentichi lo spettacolo di poco fa. È il crepuscolo, l’ora che preferisci. Il cielo è bluette e lo sciabordio delle onde pacifica ogni pensiero.

Scala dei Turchi. Immagine da filmatidimare.altervista.org
Passeggiare sulla spiaggia di sera è un’esperienza impagabile. Sul tuo cammino incontri poche coppie, il cui profilo sfuma gradualmente con il calare del sole. Tocchi l’acqua: è calda. “Le persone fanno ancora il bagno”, ti dicono i colleghi siciliani. Meraviglioso non avere intorno una folla in cui farti spazio. In lontananza, la luce intermittente del faro. E soprattutto silenzio…
Sali sulla cresta bianca del costone argilloso: è liscia e da vicino forma una serie di gradini veri e propri su cui, in estate, i turisti amano prendere il sole. Ma adesso è tardi e devi tornare indietro. Ti orienti solo con l’istinto, dato che ormai è buio pesto. L’ideale sarebbe stato avere una piccola torcia ma la sua luce avrebbe rovinato il pallido bagliore della luna.
Dopo aver cenato in una speciale trattoria di Porto Empedocle, ti dirigi in albergo, stanca per la lunga giornata. Domani ti aspettano una riunione e il viaggio di ritorno. Peccato non aver avuto più tempo: avresti voluto vedere -come minimo- la Valle dei Templi e Agrigento città. Ti riprometti di tornare a febbraio, in occasione della Sagra del Mandorlo in Fiore. Bye bye Sicilia…
Per maggiori informazioni sulla Scala dei Turchi potete leggere la tappe di viaggio su: http://www.itineraryplanner.it/itinerario/il-tesoro-bianco-scala-dei-turchi/
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