Caltagirone non è soltanto la città delle ceramiche ma anche dei presepi.
Qui, infatti, la rappresentazione della Natività è unaforma d’arte, che vede impegnati gli artigiani calatini tutto l’anno. Non solo scultori ma anche scenografi, sarti, esperti di motori elettrici e tante altre maestranze.
Una tradizione popolare ispirata dalla religione e dal forse senso di appartenenza al Cristianesimo.
Le origini della diffusione del rito del presepe risalgono agli inizi del ‘700, quando le famiglie di tutti i ceti sociali gareggiavano fra loro a chi realizzava la scenografia più bella o la statuina dal dettaglio più curato della città. Sono infatti le scene di vita popolare, contadina e pastorale a ispirare i maestri.
I materiali utilizzati sono molteplici: c’è il presepe di sale, quello di pietra lavica (del vulcano Etna) e di terracotta (dall’argilla delle cave di Caltagirone); quello fatto con la pasta, con il cotone idrofilo e in fil di ferro; il presepe a punto croce, dentro al pane, in polvere di marmo (per non vedenti), di carta stagnola, con i Lego, dentro la Vespa e l’Ape e addirittura quello interattivo, molto contemporaneo.
Da vedere anche il presepe ad altezza umana, con un centinaio di statue in terracotta e stoffa e il presepe animato, con i personaggi che si muovono. Certamente non mancano il tradizionale presepe siciliano, realizzato in gesso, canne e sughero selvatico e il presepe “Caltagirone in miniatura”, che riproduce in scala la città, compresa la Scalinata illuminata con i suoi 142 gradini.
Tra i tanti, anche il presepe brasiliano, realizzato dai ragazzi dello stato sudamericano, che hanno collaborato con i missionari e ricreato gli scenari del Paese.
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