Dopo le bacchettate lanciate alle grandi firme dell’alta moda italiana, che hanno sfilato a Milano nella Settimana della moda, Greenpeace loda un’azienda italiana del tessile: la Canepa. La casa tessile comasca, che produce tessuti di pregio come seta e jacquard per le grandi firme della moda italiana e internazionale, è la prima al mondo ad aderire alla campagna Detox, per l’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose dai propri standard produttivi.
La campagna Detox aveva già convinto molti marchi sportivi a impegnarsi per risolvere il problema delle sostanze tossiche e inquinanti: fra loro per primi Nike e Puma, seguiti da Adidas ed H&M.
Le sostanze chimiche in questione, sono usate per la lavorazione dei tessuti, in stabilimenti spesso collocati in Paesi in cui la regolamentazione del lavoro è alquanto blanda: in particolare sotto accusa è finito il nonilfenolo, composto organico di sintesi appartenente alla famiglia degli alchilfenoli. Greenpeace spiega:
“Il nonilfenolo è persistente perché non si degrada facilmente, bioaccumulante perché si accumula lungo la catena alimentare e può alterare il sistema ormonale dell’uomo anche a livelli molto bassi. I risultati delle nostre ricerche sono solo la punta di un iceberg. L’uso di composti pericolosi nell’industria tessile è un problema globale che rischia di intossicare le acque di tutto il mondo”
Sono le comunità locali dei paesi emergenti o di quelli in via di sviluppo, infatti, a subire le maggiori conseguenze dell’inquinamento provocato dalle produzioni tessili, in particolare dalla contaminazione delle risorse idriche.
Ma un’azienda italiana del tessile ha deciso di convertirsi: un segno, forse, di una sensibilità che si diffonde sempre di più e che riguarda sia la tutela dell’ambiente che la salute dell’uomo. La Canepa Spa, infatti, è diventato il primo produttore a livello mondiale a sottoscrivere pubblicamente il Detox Commitment.
In particolare, dal 2014, Canepa chiederà all’80%dei propri fornitori di rivelare quantitativi e tipologie di sostanze chimiche pericolose emesse, garantendo, innanzitutto, che coloro che abitano nei pressi degli stabilimenti possano avere informazioni chiare e precise sugli scarichi di sostanze pericolose nell’ambiente.
“Siamo orgogliosi di essere la prima impresa tessile al mondo a sottoscrivere il Detox Commitment –ha spiegato Elisabetta Canepa- Questo è il nostro contributo a una moda libera da sostanze tossiche che aiuterà i migliori brand dell’alta moda a produrre gli splendidi capi che sanno creare e che con i nostri tessuti avranno anche il pregio di non inquinare un bene prezioso come l’acqua”.
Oltre a eliminare sbiancanti e detergenti inquinanti, Canepa si impegna inoltre ad eliminare sostanze particolari come l’alcol polivinilico e la metacrilammide, che presentano elevati rischi di tossicità, su cui l’azienda ha lavorato con vari progetti nei mesi precedenti. Inoltre, con il progetto Stavethewater, Canepa ha sviluppato e brevettato Kitotex, una tecnologia che permette un notevole risparmio di acqua nei vari procedimenti produttivi.
“Se un’azienda come Canepa che lavora per tutti i più importanti marchi del lusso può impegnarsi così seriamente -ha concluso Chiara Campione, Project Leader di The Fashion Duel di Greenpeace- non hanno davvero più senso l’indecisione di Gucci e Armani, la lentezza di Versace, Ermenegildo Zegna e Ferragamo e la miope opposizione di Dolce e Gabbana, Prada, Chanel e Roberto Cavalli a ripulire le proprie filiere e i nostri vestiti dalle sostanze tossiche e dalla deforestazione”
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