Oggi sono a Vallebona, in provincia di Imperia, poco distante dal confine con la Francia. Un comune, questo dell’entroterra ligure, che spicca per una tradizione unica: la raccolta dei fiori d’arancio. Si tratta di un’arte antica, portata avanti solo qui, nonostante i prodotti ottenuti da quest’attività non diano chissà quale utile. Ma tant’è: Vallebona pare un luogo votato al rispetto della natura, a partire dai suoi abitanti. Tra questi, spiccano Claudia e il figlio Francesco, proprietari di un’ecolocanda, entrata a far parte della rete Slow Tourism: Al Borgo.
Parlo con Claudia, la quale non ha alcun dubbio rispetto alla parola “sostenibilità”: “Per me la sostenibilità non può che partire, prima di tutto, da un turismo lento, non mordi e fuggi. Il nostro è un posto dove gli ospiti si fermano anche dieci giorni, come si faceva una volta. E così hanno il tempo di gustarsi il panorama, capire lo spirito della struttura, conoscerci… naturalmente con la speranza che tutto rimanga, che si creino amicizie.
Lo spirito principale è proprio questo: creare legami, che è ciò che mi piacerebbe riuscire a trasmettere e coltivare. Avere relazioni con le persone e far capire loro che tutto questo è ancora possibile. I legami a cui punto sono solidi, non effimeri come siamo abituati a pensare, dato questo vortice di fretta e consumismo nel quale tutti siamo presi. Invece non dovrebbe essere così: il nostro vuole essere uno scambio da cuore a cuore.
Forse adesso si comincia a respirare un nuovo modo di viaggiare e una maggiore apertura al dialogo con l’Altro. Ma di solito è talmente poco il tempo a disposizione (spesso corrisponde a un massimo di due notti), che tutto rimane inespresso. Io, invece, vorrei riuscire a far capire l’importanza delle azioni e delle scelte che io e mio figlio abbiamo fatto seguendo proprio questo filone: nelle camere non c’è la tv ma libri, riviste e radio. Riviste non divulgative ma che facciano riflettere e diano informazioni altre, nonché la speranza che è possibile vivere in modo diverso. È difficile, e io lo sto sperimentando, ma possibile. Siamo pochi e non tutti d’accordo ma secondo me da qui parte l’accettazione verso noi stessi, dell’altro e si fa un percorso che porta alla pace… a un vivere da essere umano”
Qui al Borgo si possono seguire corsi di panificazione biodinamica, alimentazione ed erboristeria. Ma in questo periodo, da Claudia e Francesco è possibile anche imparare a fare i massaggi. I loro clienti, inoltre, “possono fare escursioni nel nostro territorio, a piedi, in bici o cavallo, sempre accompagnati da guide esperte”.
Claudia, come la maggior parte dei nostri intervistati, non è sempre stata proprietaria di una struttura: “Prima ero un’infermiera e quindi si può dire che mi occupi da sempre di sostenibilità, dato che questo tema riguarda anche la salute, dietro la quale c’è un business incredibile. Non facciamo più vite a misura d’uomo e in armonia con la natura, anche perché, in questo modo, avremmo meno bisogno di farmaci e gli interessi verrebbero così rosicchiati. Lavorando in Asl, mi sono resa conto che, in generale, non c’è interesse che il paziente guarisca. A mio avviso, i metodi per guarire ci sarebbero, soprattutto con un’alimentazione corretta, ma si tende a non curare la causa delle malattie”.
Quali gli itinerari da non perdere a Vallebona e dintorni? “Vicino a noi c’è il percorso che porta al Castello dei Gabbiani, che sorge poco sopra la nostra ecolocanda. È di privati ma ci si può mettere d’accordo con il proprietario per poterlo visitare. Da lì si percorre il crinale della collina, ritornando alla locanda. Ma poi ci sono tanti sentieri da ripristinare, in quanto abbandonati, che nascondono angoli naturali di uno spettacolo infinito: l’altro giorno sono uscita con un collega della vallata a fianco e abbiamo trovato, in un sentiero scosceso, un lago con le cascate incontaminato. Nell’ acqua c’era una miriade di girini, a dimostrazione della pulizia dell’acqua. Uno spettacolo! E chissà quanti ancora ce ne sono! Bisogna solo sensibilizzare i comuni, affinché avviino la pulizia di questi sentieri, senza lasciare sempre tutto nelle mani di cittadini volenterosi”
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