Questo è il secondo appuntamento con la nostra inchiesta sull’utilizzo del crowdfunding. Oggi vogliamo parlarvi della situazione a casa nostra, siete curiosi di conoscere cosa pensano gli italiani del crowdfunding?
Come viene valutato il fenomeno del Crowdfunding in Italia?
Il Crowdfunding in tutto il mondo è considerato un’opportunità, un fenomeno in continuo progresso che ha aperto le possibilità di creare un’impresa a tutti coloro che hanno il desiderio di farlo ma non hanno i mezzi necessari. Possiamo dichiarare che in Italia il crowdfunding potrebbe essere una soluzione per i giovani di creare nuove start-up e un’opportunità per le imprese già affermate di investire nell’innovazione, scuotendo ed interessando il mercato internazionale.
Potrebbe essere davvero uno strumento di finanziamento molto utile per i nostri imprenditori. Nel nostro paese, il crowdfunding, è diventato un fenomeno di grande interesse. L’anno scorso infatti, il panorama italiano si è arricchito di un tassello rilevante: è infatti diventato possibile per i cittadini italiani inserire i propri progetti sulla piattaforma leader mondiale del settore, e cioè la piattaforma “Kickstarter”.
L’Italia è diventata così il tredicesimo paese in cui opera la società americana, che ha scelto di includere anche il nostro Paese dal momento che ha rilevato grandi contributi di backers italiani per gli start-upper di tutto il mondo realizzati tramite la piattaforma. Una performance positiva che mostra un segno di vitalità nella nostra economia.
Dobbiamo ammettere però che nello scenario del crowdfunding, il nostro paese non riesce ad afferrare l’opportunità di questo strumento moderno inserito nel mercato degli investimenti. Ricordiamo anche che l’Italia è stato il primo paese al mondo a dotarsi di una regolamentazione normativa crowdfunding. Il percorso partito nel 2012 con cd. Decreto crescita bis D.L. n.179 si è poi concluso con il regolamento della Consob con la delibera n. 18592.
Noi della Redazione del Daily ci chiediamo come mai il crowdfunding in Italia suscita ancora così tante perplessità negli investitori? E come mai l’opportunità del crowdfunding in Italia non decolla come negli Stati Uniti o negli altri Stati?
Una delle motivazioni potrebbe essere la complessità del nostro sistema burocratico e gli investitori sono spesso scoraggiati ad investire nei progetti. Ma questo non è l’unico problema. Da non dimenticare che in Italia esiste un basso tasso di utilizzo di internet da parte della popolazione e non si conosce bene il fenomeno del Crowdfunding. Molto probabilmente è una rivoluzione a cui i risparmiatori italiani non sono preparati, ancora legati a vecchie forme di risparmio e poco inclini a investire.
Ad intimorire, spesso, è la poca abitudine di noi italiani, a gestire business apparentemente “virtuali” e la paura di sbagliare. Sicuramente quindi le cause delle perplessità sull’utilizzo del crowdfunding potrebbero essere il diffuso scetticismo e la scarsa conoscenza dello strumento, ma è strano pensare che c’è una possibilità e non si approfitta.
Una proposta per avviare il Crowdfunding anche nel nostro Paese è quella di creare campagne di sensibilizzazione ed informazione, investendo in formazione e cultura al fine di creare una popolazione che conosce e sfrutta al meglio le opportunità del crowdfunding.
Ricordiamo che le motivazioni che spingono una persona a finanziare un progetto sono tante e varie, bisogna aprire la mente e prendere in considerazione la diversità.
Voi cosa ne pensate? Noi della Redazione del Daily siamo curiosi di conoscere il vostro punto di vista!
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