A Comiso (Ragusa), domenica 17 maggio hanno avuto luogo i festeggiamenti in onore di Maria Santissima Addolorata. Fu il vescovo Luigi Bignami a stabilire nel 1910 che la festa della Madonna Addolorata fosse celebrata la terza domenica di maggio, anziché il Venerdì Santo. Per questa occasione il maestro Alfio Pulvirenti, direttore della Banda musicale, musicò l’inno alla Madonna Addolorata, il cui testo era stato scritto dall’arciprete-parroco della Chiesa Madre Francesco Rimmaudo.
Terminata la Santa Messa a San Biagio, il simulacro si è mosso lungo la navata centrale per poi uscire sul sagrato alla presenza di migliaia di fedeli. Prima di raggiungere piazza Fonte Diana, il simulacro è stato collocato sul fercolo, che ha così ospitato la settecentesca statua della Madonna, messa in rilievo dal magnifico baldacchino dorato. Da qui il baldacchino è andato avanti lungo il proprio percorso, tra due ali di folla, sostenuto dai portatori che hanno espresso la propria devozione gridando a ripetizione “Viva Maria Addolorata”.
Il simulacro ha poi raggiunto la piazza, stracolma di fedeli, dove il coro di voci bianche ha cantato il famoso inno. Gli studenti della scuola primaria, posizionati sul palco, hanno prima salutato il simulacro dell’Addolorata con un lancio di palloncini bianchi e azzurri, poi, dopo il canto, è seguito il tradizionale sventolio dei fazzoletti bianchi. Subito dopo, lo scoppio di una pioggia di quadratini di carta colorati, calati come una pioggia sui fedeli in attesa, ha dato il via alla lunga processione, che ha interessato le vie principali della città.
Il rito ha una grande valenza e suggestione per l’intera comunità cittadina. Ma la cerimonia di quest’anno è stata definita inedita, vista l’indisponibilità – a causa dei lavori di restauro – della Chiesa Madre ad ospitare le celebrazioni. La solenne Messa è stata presieduta dal vescovo della Diocesi di Ragusa, monsignor Paolo Urso. Nella sua omelia, il vescovo ha ricordato che «durante la festa dell’Ascensione il Signore ci invita ad assumerci le nostre responsabilità. E ci invita ad andare. Non possiamo rimanere comodi nella nostra situazione calda e pacifica. Ma andare dove? Ecco la Vergine Addolorata che ci chiarisce: “Andate dai miei figli sofferenti”. Per cui – ha aggiunto Urso – noi che guardiamo Gesù che torna al Padre e che ci invia nel mondo, intendiamo accogliere l’invito della Madre che ci dice mettetevi dalla parte dei più deboli, di coloro che stanno vivendo un momento di difficoltà».
di Francesco Pagnotta
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