Altra specialità siciliana è il carciofo, detto cacòcciuli. Esso viene coltivato nel Catanese e proprio qui è ebbe inizio la sua diffusione in tutta Italia, a partire dal XV secolo.
A Ramacca, in provincia di Catania, si tiene ogni anno – nei mesi di marzo e aprile – la Sagra del Carciofo, arrivata ormai alla sua XXIV edizione. Quest’anno è stata arricchita dal convegno “Organizzazione e Marketing innovativi per la valorizzazione della filiera cinaricola”.
Il carciofo “Violetto Ramacchese” ha una storia antica: di elevata qualità, esso viene coltivato da secoli nelle campagne catanesi di Ramacca. Inizialmente era conosciuto sull’isola per le sue qualità afrodisiache e non poteva mancare sulle tavole dei nobili che lo richiedevano. Una storia che da 24 anni si ripete nel “paese dei forestieri” (dato che il paese di Ramacca è noto l’ospitalità dei suoi abitanti), dove si riscoprono le antiche tradizioni contadine, anche attraverso menù tipici, ricchi della contaminazione tra i popoli.
Il “Violetto Ramacchese” è conosciuto in tutta Italia per le sue proprietà organolettiche e terapeutiche. Piatti prelibati sono i paccheri al forno con carciofi e scamorza affumicata, le mezze penne con crema di carciofi e pancetta affumicata, le casarecce ai cuori di carciofo e Grana Padano o il risotto alla crema di carciofo e zucca gialla. La sagra offre spazio a eventi collaterali che hanno lo scopro di esprimere la ruralità dell’area grazie anche al folklore ed alla cultura, ed è anche una grande vetrina de i prodotti tipici della zona: le arance rosse, l’olio, i formaggi, il miele, il vino e il pane.
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