“A me dà più soddisfazione fare qualcosa di bello per gli altri e per me che avere, AVERE, AVERE… sempre di più, di più, DI PIÙ…”
Questo il motto dell’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle, che campeggia nell’ingresso dal parco ideato da lei, il Giardino dei Tarocchi.
Il Giardino dei Tarocchi è un parco a tema caratterizzato dalla presenza di 22 sculture, fatte di specchi, vetri e ceramiche, che rappresentano i 22 arcani maggiori dei Tarocchi: le opere sono dislocate lungo un percorso (spirituale) fatto di citazioni, messaggi e pensieri.
Ispirata dal Parque Güell di A. Gaudì di Barcellona, Niki ha individuato in un piccolo terreno in Maremma di proprietà di amici il luogo ideale per far nascere il suo giardino fatto di sculture e per far apprezzare a tutti l’arte; i lavori sono durati ben 17 anni e il parco, finanziato interamente da lei stessa, ha visto la luce nel 1998. Questo splendido giardino si trova in località Garavicchio, una frazione di Capalbio, in provincia di Grosseto.
Non tutti sanno che fu in particolare grazie alla sua amica Marella Agnelli [n.d.r. la moglie di Gianni Agnelli, patron della FIAT] che riuscì a mettere in atto il suo sogno: fu, infatti, proprio lei a fornire la terra per la realizzazione del parco.
Il parco, ritenuto da molti una vera e propria opera d’arte a cielo aperto, è un connubio perfetto tra arte, natura e spiritualità. Sin dall’ingresso, realizzato dall’architetto ticinese Mario Botta, che vuole proprio rappresentare il passaggio dal mondo reale a quello onirico, si viene catapultati in una dimensione ultraterrena, caratterizzata dalla presenza di figure colorate, sinuose e dal fascino magnetico.
Io avevo avuto modo di apprezzare il genio dell’artista franco-statunitense già grazie alla visita della fontana Stravinsky o Fontana dei Robot, situata a Parigi accanto al Beaubourg (il Centre Pompidou) e avevo potuto subito cogliere l’estro che caratterizza il suo tocco e l’originalità delle sue creazioni. A luglio del 2014 ho voluto poi apprezzare nuovamente questo suo stile, andando a visitare, appunto, il Giardino dei Tarocchi insieme al mio compagno e al mio piccolo, che allora aveva 1 anno.
Il parco è aperto solo dall’1 aprile al 15 ottobre, dalle 14.30 alle 19.30. La restante parte dell’anno viene dedicata alla manutenzione dello stesso. Noi siamo andati un caldo pomeriggio di luglio alle 17, per cercare di combattere l’afa ed evitare di visitare il parco nelle ore più calde.
Subito siamo stati rapiti dalla vista delle statue che si stagliavano in lontananza: una volta superato l’ingresso di Mario Botta, mio figlio è stato pervaso da un senso di estasi espresso con un urlo di meraviglia pura. Le opere sono incantevoli, colorate, visionarie e oniriche. La sensazione è quella di ritrovarsi all’interno di una fiaba, dai toni magici e grotteschi al tempo stesso.
Alla fine della strada sterrata, la prima opera che appare è la Papessa, l’opera più rappresentativa, e subito accanto si nota il Mago: l’Intuizione Femminile e il Creatore di tutte le cose formano un’unica grande statua e dalla commistione dei due arcani sgorga l’acqua che si riversa nella vasca della Ruota della Fortuna.
La Papessa, reminiscenza dell’Orco di Bomarzo, è stata anche la casa di Niki durante i lavori al parco: si dice rappresenti la conoscenza, la verità e la consapevolezza di cosa si trovi oltre le apparenze.
In tempi di Expo, poi, come non citare tra le 22 statue l’Albero della Vita? Si tratta di un albero cosparso di scritte e disegni di Tinguely e di Niki, i cui rami terminano in teste di serpente: negli incavi del pannello “My Love”, viene raccontata con le iscrizioni un’esperienza autobiografica. Collegato al ventre dell’Albero della Vita c’è, poi, la figura dell’Impiccato, tenuto dai piedi invece che dalla testa, quasi a rappresentare un modo diverso di guardare la realtà delle cose.
Il mio piccolo, che a 1 anno già era sufficientemente autonomo per farsi delle furbe corsette in solitaria, si divincolava tra le varie sculture, sbucava dietro un drago di specchi (la Forza), osservava incuriosito un cavallo con la falce (la Morte), restava incantato di fronte all’Eremita, mi indicava gli Amanti, osservava il panorama dal Castello dell’Imperatore e ovviamente giocava con gli specchietti argentati della Torre spezzata.
Noi lo osservavamo divertiti, immersi nella dimensione ultraterrena del parco, lontani dalla realtà bieca, e leggevamo rapiti le parole scritte da Niki de Saint Phalle:
“… Questo giardino è stato fatto con difficoltà, con amore, con folle entusiasmo, con ossessione e, più di ogni altra cosa, con la fede. Niente e nessuno avrebbe potuto fermarmi. Come in tutte le fiabe, lungo il cammino alla ricerca del tesoro mi sono imbattuta in draghi, streghe, maghi e nell’Angelo della Temperanza.”
Il parco è aperto dall’1 aprile al 15 ottobre, dalle 14.30 alle 17.30.
Il biglietto costa 12 €; i bambini fino a 7 anni entrano gratis.
Nei mesi di novembre, dicembre, gennaio, febbraio e marzo, il primo sabato di ciascun mese, dalle ore 9 alle ore 13, per volontà della stessa fondatrice, è concesso l’ingresso gratuito.
Trovate tutte le informazioni nel sito ufficiale: http://www.giardinodeitarocchi.it/
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