Camminare ed esplorare: sono queste le parole chiave di chi ama fare turismo sostenibile. Una modalità “nuova” di viaggiare, che si sta diffondendo a macchia d’olio anche in Italia, Sicilia inclusa. I moventi? La scoperta della natura e/o di se stessi, rigorosamente a piedi, in bicicletta o comunque con mezzi quasi desueti. Quello che conta è il cammino.
Un esempio su tutti è la Via Francigena, che collega il Nord Italia con Roma e la capitale con la Puglia. Ma ogni regione è ricca di percorsi: in Sicilia i turisti responsabili crescono sempre di più per vari motivi, da quelli ecologici a quelli economici. Addiopizzo, per esempio, è un’associazione culturale impegnata a diffondere un’immagine della Sicilia che si discosti da quella consueta: i suoi percorsi, infatti, appoggiano tutti quegli operatori che hanno detto no alla mafia. Le esperienze proposte vanno dalla cultura all’enogastronomia, fino alle vacanze studio.
Poi c’è la cooperativa Viaggi Solidali: gli itinerari proposti partono da Catania, passano per l’Etna, si fermano nei presidi slow food della Sicilia nonché nella redazione di Telejato, televisione puntata da tempo dalla mafia; infine, Trapani e Palermo.
Citiamo anche Sicilia in Cammino, che propone viaggi a piedi, in bicicletta o addirittura a dorso di un asino, un “mezzo” che, a quanto pare, sta riscuotendo sempre più successo in Trinacria, specialmente nel Ragusano. Fare trekking a bordo dell’animale assicura un modo di fare turismo assolutamente lento attraverso gli Iblei.
Si tratta ovviamente di percorsi brevi: in caso contrario, non si potrebbe parlare di turismo sostenibile ma di sfruttamento!
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