Si festeggia l’8 maggio a Rapino, piccolo centro vicino a Chieti, la festa della Madonna di Carpineto con la Processione delle Verginelle.
La tradizionale festa religiosa testimonia la sentita devozione dei rapinesi verso questa Madonna. La leggenda narra che a un pastorello di Rapino apparve, vicino a un carpino, una signora che lo invitò ad andare a chiamare l’Arciprete, ma al loro ritorno al posto della signora c’era una statua. L’Arciprete fece spostare la statua all’interno della Parrocchia di San Lorenzo, ma questa, la mattina seguente riapparve nei presso del carpino. Da quel momento fu chiamata Madonna di Carpineto e sul posto vi sorge la chiesa a Lei dedicata.
Fino alla fine del 1700 non vengono dedicati festeggiamenti alla Madonna, ma solo dal Miracolo della Pioggia nel 1794. Quell’anno c’era stata una grande siccità che faceva rischiare la perdita del raccolto. I devoti rapinesi si rivolsero a Maria e d’improvviso il cielo si scurì e ci fu pioggia abbondante solo su Rapino. Era l’8 maggio.
Da quel giorno ogni anno si celebra questa festa cha culmina con la Processione delle Verginelle: bimbe dai 6 ai 13 anni che vestono di bianco e d’oro con i capelli arricciati in segno di illibatezza. Le Verginelle sfilano dalla chiesa della Madonna di Carpineto fino al centro del paese e si mostrano ai concittadini.
Anche questa rappresentazione, come tante altre manifestazioni religiose, nasce dalla commistione tra i riti pagani delle popolazioni italiche e la religione cattolica. Infatti già ai tempi dei Marrucini, “quando Rapino era più grande di Chieti”, si celebrava la Dea Ceria Giovia. A testimonianza di ciò sono stati ritrovati numerosi reperti, tra cui la nota Tabula Rapinensis, scoperta nel 1841 presso la Grotta del Colle. Questa tavola di bronzo reca iscrizioni in lingua italica sulla celebrazione della dea attraverso vergini fanciulle votate alla madre dei Marrucini. Da questa tradizione pagana la cultura cristiana ha cooptato la simbologia e la ritualità per la vocazione nei confronti della Madonna di Carpineto. Attualmente la Processione si svolge non con la sola presenza di giovani donne, ma è aperta dai più piccoli, uomini e donne, detti “Angioletti”, seguiti dalle Verginelle, solo donne vestite di rosa ornate d’oro. Subito dopo appare il gruppo di soli uomini detti “Pagetti” e concludono il corteo le Figlie di Maria, ragazze vestite di bianco e azzurro che aprono la via alla statua della Madonna.
Una celebrazione molto frequentata anche dagli abitanti dei paesi vicini e oggi anche da numerosi turisti e che ci dà un ulteriore motivo per raggiungere questo borgo caratteristico della Majella.
La nascita di Rapino può farsi risalire all’alto medioevo quando fu abbandonato il sito italico di Civita Danzica. Oggi con i suoi 1450 abitanti, è un piccolo centro alle porte del Parco Nazionale della Majella, arroccato su un colle chiamato “La Terra” con un’estensione territoriale che comprende boschi, corsi d’acqua fino ad arrivare a circa 2000 m di altitudine.
Da visitare anche il Museo della Ceramica che nasce dalla tradizione ceramista del paese e che dedica un’esposizione proprio alla Processione delle Verginelle, nonché la vicina Grotta del Colle, usata sin dai tempi antichi come riparo dagli abitanti di Rapino e dove sono stati trovati numerosi reperti provenienti sin dalla preistoria e Piana della Civita, ove si scorgono i resti dell’antico insediamento di Civita Danzica.
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