Quali sono i dieci luoghi tanto inquinati da risultare pericolosi? Il Blacksmith Institute, organizzazione che si occupa di salute ambientale, ha stilato una classifica delle città più inquinate al mondo nel 2013, in collaborazione con la Croce Verde Svizzera: posti talmente avvelenati da mettere a rischi la vita di oltre 200 milioni di persone, che vi risiedono.
La classifica. Tutto si concentra fra Paesi dell’ex Unione Sovietica, India e Cina, con due eccezioni per l’Africa e L’America Latina: in particolare, India, Cina e Russia contemplano ben due città a testa nella classifica dei luoghi più inquinati al mondo. Rispetto all’ultima classifica, stilata nel 2007, alcune delle città sono rimaste le stesse, a segnalare l’immobilismo e l’irresponsabilità delle istituzioni locali e nazionali: sono Chernobyl in Ucraina, Kabwe in Zambia, Dzershins e Norilsk in Russia.
Ci sono anche città che sono riuscite ad uscire dalla top ten dei posti invivibili: si tratta di Haina, nella Repubblica Dominicana, in cui le autorità hanno avviato interventi mirati per ridurre gli elevatissimi livelli di piombo presente nel sangue dei cittadini dominicani. Escono dalla classifica anche interi Paesi: è il caso del Kyrgyzstan.
La maggior parte dei posti citati nella classifica soffre di generali problemi di inquinamento, creati da uno sviluppo rapido e incontrollato dell’industria, dalla scarsissima attenzione all’ambiente alla salute di lavoratori e cittadini, all’ignavia delle istituzioni: qualcuno di questi, ha anche dei problemi specifici. Il caso più banale è quello di Chernobyll, in cui le conseguenze dell’incidente nucleare di quasi 28 anni fa continuano a farsi sentire.
Ecco la classifica del Blacksmith Institute.
Linfen, China. Situata lungo il fiume Fen, nella provincia dello Shanxi, Cina settentrionale, Linfen conta oltre 3 milioni di abitanti, la gran parte dei quali ha subito un ricovero per malattie respiratorie come asma, polmoni neri e bronchite cronica. E’ famosa per il suo “bucato nero”, ossia per il colore che le lenzuola assumono se stese all’aria aperta: Lifen fa infatti parte della cintura del carbone cinese. Come se non bastasse le colline intorno al quartiere industriale sono sature di mine antiuomo.
Tianying, Cina. Oltre 140 mila abitanti, per la città cinese situata nella zona del nord-est: grazie al suo polo produttivo di piombo e alla cecità delle istituzioni, il piombo è riuscito ad inquinare aria e falde acquifere. Per stessa ammissione del governo, fa parte delle 8 località più inquinate del Paese: il piombo che si accumula nel cervello degli abitanti di Tianying crea gravi conseguenze e danni a lungo termine come perdita di memoria, ottusità, allucinazioni e disfunzioni neurali.
Sumqayit, Azerbaigian. I rifiuti tossici provenienti da quella che una volta era l’industria sovietica rendono questa città di 275 mila abitanti invivibile: questo provoca livelli di diffusione del cancro doppi rispetto alle città russe e deformazioni di vario tipo nei feti. Le ex industrie petrol-chimiche ormai smantellate, hanno lasciato sul terreno di questa città situata sulla costa occidentale del Mar Caspio, oltre 120.000 tonnellate di mercurio ed un livello di sostanze chimiche nell’aria elevatissimo.
Dzershinsk, Russia. Città della Russia europea centro-orientale e capoluogo dell’omonima regione, Dzershinsk ha ereditato dalla Guerra Fredda numerose industrie chimiche con il conseguente carico di rifiuti tossici mai bonificato: l’aspettativa di vita, in questa città russa che conta 260 mila abitanti, è di 45 anni appena.
Chernobyl, Ucraina. In Ucraina, a causa dell’incidente che si verificò il 26 aprile del 1986, si contano oggi oltre 5 milioni e mezzo di malati di cancro: gli effetti dell’incidente nucleare continuano ad essere gravi anche dopo 28 anni, provocando aumenti esponenziali delle malattie. Inoltre, a Chernobyl, le esportazioni agricole sono vietate da anni: un deserto economico e umano, che gli insufficienti interventi effettuati dalle autorità non hanno migliorato.
Oroya, Perù. Situata sul fiume Mantaro, nel Perù centrale, Oroya conta 33 mila abitanti: qui c’è si trova una grande miniera di piombo, rame e zinco, gestita dalla società americana Doe Run. Questa, insieme ai numerosi impianti di trasformazione delle materie prime ha provocato dei livelli altissimi di inquinamento dell’aria, che crea al 99% dei bambini della zona problemi di apprendimento, memoria, lettura, scarsa crescita e danni all’udito. Come se non bastasse, una nota azienda americana ha annunciato l’apertura di una nuova fonderia nella zona di Oroya.
Kabwe, Zambia. Capoluogo della Provincia centrale e del distretto omonimo, e conta circa 200.000 abitanti, Kabwe è stata sede fino al 1987, di una delle più grandi fonderie di piombo del mondo, che ha lasciato l’intera zona contaminata dal metallo pesante: l’eredità di questa contaminazione rende deformi i feti e provoca malattie cerebrali ai nascituri.
Vapi, India. Città dello stato del Gujarat, Vapi conta 71 mila abitanti: fa parte della cintura industriale indiana. A causa dello sviluppo incontrollato dell’industria, aria, acqua e terre sono state contaminate da metalli pesanti e sostanze tossiche: quella più preoccupante è il mercurio, presente nelle acque sotterranee del centro urbano. L’esposizione al mercurio provoca danni gravissimi a bambini e madri: inoltre Vapi ospita oltre 1.000 produttori di pesticidi, farmaci e altri prodotti chimici.
Norilsk, Russia. Nata come campo di lavoro forzato, Norilsk si trova nel territorio di Krasnojarsk, Siberia settentrionale: è la seconda città per popolazione del Circolo Polare Artico. Dopo lo smantellamento del campo di lavoro, è diventata sede del più grande complesso mondiale di fusione del metallo: qui, ogni anno, si rilasciano nell’aria 4 milioni di tonnellate di sostanze come zinco, arsenico, cadmio, piombo, rame, nichel e selenio. La gran parte dei 134 mila abitanti di Norilsk soffre per questo di malattie respiratorie.
Sukinda, India. Le più grandi miniere di cromite a cielo aperto esistenti al mondo si trovano qui a Sukinda: il 97% del totale estratto in India. Con 2 milioni e 600 mila abitanti, fa parte del distretto di Jajpur: le sue acque registrano un livello di cromo esavalente pari al 60%. Inoltre, è inquinata da oltre 30 milioni di tonnellate di rifiuti gettati nel fiume Brahmani. Questo provoca problemi e malattie respiratorie, deformazioni al naso e ulcere: al cromo esavalente sono imputabili l’85% dei decessi della città di Sukinda.
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