Grazie al Consorzio Chiaramonte di Ragusa, tutto il mondo ha potuto scoprire i segreti della lavorazione della granita. L’istituzione ha presentato, durante uno show cooking, il procedimento antico e moderno per realizzare questo rinfrescante dolce siciliano.
L’appuntamento culinario e conoscitivo del prodotto si è tenuto al cluster Biomediterraneo di Expo 2015 a Milano, grazie al lavoro degli chef dell’Istituto alberghiero ‘Principi Grimaldi’. La mattinata si è aperta con la dimostrazione della lavorazione tradizionale della granita e con il racconto delle “neviere”, le strutture scavate nella roccia tipiche degli Iblei.
È stato mostrato come questo alimento veniva prodotto fino a poco tempo fa, prima dell’avvento delle gelatiere: si usava un contenitore con dentro acqua, succo di limone e zucchero, poi immerso all’interno di una vaschetta piena di ghiaccio. Qui il gelataio iniziava una fase di mescolatura che si sarebbe conclusa, dopo più di mezz’ora, con la solidificazione del contenuto. La tecnica pare venisse effettuata nelle case dei nobili, sotto gli sguardi sorpresi degli ospiti, affascinati dalla metamorfosi dell’acqua in delizioso sorbetto.
Le “neviere” venivano utilizzate nell’antichità. Si tratta di costruzioni concave, create nei boschi montani e freschi, dove venivano ammassate grandi quantità di neve, coibentata con strati di paglia e terra in modo che, resistendo a lungo, potesse essere utilizzata come risorsa idrica o venduta come ghiaccio in estate.
In passato, quindi, si usava per freddare le bevande e questo è all’origine delle moderne granite e sorbetti. Sui monti del territorio del Comune di Chiaramonte Gulfi ci sono resti di queste utili “buche”.
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