La crisi economica e le esigenze ambientali ci spingono a riscoprire antiche risorse. Il DailySlow intervista Beatrice Mezzetti, la stilista che ha ideato e disegnato la prima collezione ecosostenibile di borse e collane in canapa.
Quando si sente la parola canapa, spesso il pensiero corre verso qualcosa di illegale e pericoloso e vengono in mente le droghe. Molti ignorano i molteplici utilizzi che della canapa è possibile fare, impiegandola in settori che vanno dall’edilizia al tessile, dalla cosmetica all’industria cartaria. Fino alla prima metà del ‘900, la coltivazione e la lavorazione della canapa in Umbria offriva lavoro a decine di migliaia di persone. Ogni famiglia contadina aveva un piccolo appezzamento di terra dedicato alla coltivazione della canapa. Per il territorio umbro la canapa è una risorsa antica: in ambito familiare, la fibra veniva prima filata e poi tessuta ed era usata per la realizzazione di corredi e per la creazione di biancheria da casa. Tuttavia, nella tradizione contadina la coltivazione e la lavorazione della canapa, nonostante il rilievo che aveva soprattutto nella vita delle donne, non è mai stata riconosciuta come un lavoro vero e proprio ma è stata sempre considerata solamente un’integrazione delle altre occupazioni agricole e artigianali. Oggi, la crisi economica e le esigenze ambientali che incalzano, spingono verso la riscoperta quest’antica risorsa che può rappresentare un’opportunità di crescita e di occupazione. A dimostrare ciò c’è chi già ha iniziato a scommettere sull’utilizzo della canapa per produrre indumenti e accessori d’alta moda, collegando il tutto con il settore del turismo sostenibile.
“Il settore della moda come strumento di sviluppo turistico dei territori”: sarà infatti proprio questo il titolo del convegno organizzato da Slow Tourism in programma il prossimo 10 maggio a Villa Fidelia di Spello. Una giornata dedicata al confronto tra esperti di moda, turismo e territorio per rispondere alla domanda: legare la moda al turismo sostenibile è possibile? Il convegno è parte integrante dello Showroom dedicato alla Casa di Moda Vodivì di Slow Tourism che presenterà la prima collezione ecosostenibile di borse e collane in canapa e altri materiali naturali ideati e disegnati dalla stilista Beatrice Mezzetti. E proprio Beatrice Mezzetti è stata intervistata dal DailySlow, rispondendo così alle domande che le ha posto la nostra redazione:
Come ha avuto iniziato il tuo processo creativo e quali sono le principali fasi che hai seguito per realizzarlo?
In linea generale, creando linee a tema e ideando capi di abbigliamento e accessori, cerco di riuscire a trasmettere le stesse sensazioni ed emozioni che ho provato vivendo il mio “attimo” creativo. Un dettaglio, un particolare colore e una particolare sfumatura, l’armonia di una forma, una particolare texture, elementi che fanno riferimento alla natura, all’arte o all’architettura, “viaggiando” anche nella storia: tutto può essere per me un’importante fonte e tutto può rappresentare uno spunto per studiare, ricercare e creare. Da amante quale sono, poi, della natura e dell”ambiente, con i tramonti, il mare, gli alberi, le montagne, le dolci colline, i verdi silenzi, dove mi piace immergermi in lunghe passeggiate alla scoperta di borghi e castelli come
quelli dell’Umbria, è stato semplice riuscire a collegare tutto ciò alle collezioni e al concetto di una moda “diversa”, attenta all’ambiente e alle persone e alla valorizzazione dei territori, come da qualche anno fa già l’ Associazione Slow Tourism. Ecco così che ogni collezione si ispira e racconta l’emozione di un preciso luogo che aspetta solo di essere scoperto, in modo però attento e rispettoso…, in maniera slow… Da subito abbiamo avuto l’esigenza, quindi, di ricercare un materiale tessile naturale, interessante da riscoprire: la canapa, da cui si può ricavare una fibra vegetale molto tenace e la cui coltivazione risulta poco impattante per l’ambiente in confronto alle altre piante da fibra. Infine, stiamo sperimentando anche la tintura naturale sul tessuto di canapa, proponendo per la prima collezione le sfumature date dalla pianta del guado e dalla pianta del comune peperone.
Quali sono i principali elementi da cui hai tratto ispirazione per la realizzazione della linea?
Avendola nominata appunto “paesaggi”, la prima linea si ispira alla zona collinare della Valle Umbra Sud, che non conoscevo molto bene fino a poco tempo fa. Mi è bastata una camminata per “assaporarne” tutta la sua bellezza. La morbidezza di orizzonti collinari che si staccano dalle certe catene del pre-appennino; il dolce disegno delle linee di verdi colline che si incontrano l’una con l’altra, punteggiate dalle sagome di borghi antichi e campanili; l’armonia delle variegate forme delle foglie di boschi, di olivi e di viti; il verde-giallo nuovo e potente delle gemme in primavera, dei campi di grano non ancora maturo; i bluette degli astri spontanei lungo i cammini campestri del sagrantino. Tutto ciò ha portato alla creazione di una collezione dalla precise caratteristiche: linee morbide, profili curvilinei nei modelli delle borse; ricami applicati a forma di foglie stilizzate, sia singole che combinate in una composizione; intrecci con tubolare in canapa lavorato a uncinetto, che richiamano le geometrie dei campi a vigneto; inserti a contrasto di colore.
Perché pensi che questa simbiosi moda-turismo-territorio possa funzionare?
Perché racchiude tutto quello che di bello abbiamo. In questo contesto, la “moda” che voglio proporre con i suoi forti richiami ai territori può essere considerata come un invito per la loro scoperta.
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