Oggi il blu è un colore molto diffuso, ma in passato era associato alla nobilità per la sua rarità e la compessità della sua produzione. L’unico modo per tingere le stoffe di blu prima della scoperta dell’indaco infatti era tramite la pianta di guado (pastel), l’isatis tinctoria.

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Questa pianta dai piccoli colori gialli, con un lungo e delicato processo di lavorazione permetteva infatti di donare alla stoffe la giusta colorazione di blu. Le peculiarità di questa pianta, che non la rendono adatta a tutti i climi, fece la fortuna del triangolo dei paesi della Cocagne, la cuccagna, ossia Albi, Tolosa e Carcassona, nel Sud della Francia. E’ proprio grazie a quest’industria che esiste l’espressione « paese della cuccagna » per indicare un luogo ricco in cui si vive bene. Non a caso, tutti i palazzi più belli, le torri, nonchè gli hotel particulier che si possono visitare in queste città risalgono a questo periodo di produzione dell’”oro blu“.

Hotel de Bernuy, Tolosa
La cuccagna non è altro che una sfera prodotta dalla macerazione della parte tenera della pianta ancora piccola, lasciati poi essiccare per facilitarne il trasporto, che avveniva soprattutto via mare. Da qui, per poi arrivare al prodotto finale, si faceva bollire la pianta così ridotta per poi prelevare il pigmento blu depositato sul fondo. Una volta macerato, a seconda del grado di raffinazione, acquisiva una qualità più o meno superiore.
L’isatis tinctoria è una pianta molto resistente, che non ha bisogno di trattamenti chimici e può essere utilizzata solo per tingere stoffe di origine naturale, come il lino, il cotone e la lana. Il prodotto finale, oltre che essere il frutto di poche persone che ne hanno seguito il processo autentico con dedizione, è anche un prodotto naturale che non stingerà col tempo e manterrà la sua qualità intatta.
Il momento della tintura è un momento molto particolare e va eseguito con molta attenzione per ottenere un colore omogeneo. L’acqua, quando viene inserito il pigmento, è gialla, come la stoffa che viene immersa al suo interno. E’ infatti l’ossidazione a contatto con l’aria a rendere il prodotto progressivamente più blu.

La Fleurée de pastel, Tolosa
La produzione di pastel/guado, recuperata da pochi anni, ha assunto varie declinazioni. E’ così ora possibile visitare i luoghi legati a questo periodo, partecipare a dei laboratori di tintura e acquistare dei rari capi d’abbigliamento prodotti con questo processo.
Da pochi anni, inoltre, sono state scoperte ulteriori proprietà della pianta, derivanti dai suoi semi, come le sue proprietà cicatrizzanti, antiossidanti e anti-age. Sulla base di queste ricerche, sono stati creati dei prodotti di bellezza non testati sugli animali, disponibili anche nella linea derivante da agricoltura biologica certificata.
Così, dimenticato per secoli, il pastel riprende nuova vita e continua a rifiorire e tessere quel legame indissolubile con i paesi della cuccagna.
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