Pietralunga (PG) è una delle tante perle dell’Umbria. In posizione panoramica sulla Valle del Carpina, in piena foresta, sorge l’agriturismo biologico La Cerqua, gestito da Silvana e Gino, coniugi dediti da anni a quest’attività. Oggi parlo con il marito, un uomo di poche parole ma con una passione che traspare cristallina dalla voce. Una cosa è certa: chi opta per una vacanza del genere ha le idee chiare su ciò che vuole e lo aspetta varcando la soglia di un agriturismo che promuove il turismo lento e la sostenibilità. Ma come?
“Chi viene da noi riesce soprattutto a interagire col territorio che ci circonda, anche perché lo portiamo a fare escursioni e a conoscere persone del posto. Siamo, infatti, a contatto con molte aziende artigiane, perché il nostro scopo è la salvaguardia non solo dell’ambiente ma anche della popolazione. Più sostenibili di così! E poi, da poco abbiamo aderito a Bio Hotels, catena tedesca di strutture biologiche. Ovviamente, facciamo la raccolta differenziata (in tutte le camere ci sono quattro cestini destinati a diversi rifiuti); e poi utilizziamo luci a basso consumo e regolatori per il flusso dell’acqua. Infine i pasti: tutti si basano al 100% su prodotti biologici e a chilometro zero”
Gino, cosa faceva prima di aprire La Cerqua?
“Io sono un agronomo. Prima lavoravo a Roma, in un’azienda informatica; ma venivo da una famiglia che possedeva una fattoria. Nel ’90 gli affittuari se ne sono andati e io ho fatto la scelta di tornare alle origini. Da subito (dal 1994) abbiamo fatto la conversione al biologico. In realtà è un’dea che ho sempre avuto… alla Facoltà di Agraria di Perugia, in passato, se ne parlava poco ma io trovavo che per le nostre zone rappresentasse il futuro. Già allora era improponibile fare agricoltura intensiva, anche dal punto di vista economico. È stato semplice per noi passare al biologico ma non dal punto di vista culturale, perché la gente, da noi, è restia nei confronti delle novità. Siamo passati per i pazzi del villaggio!”
Conoscenza del territorio: un’espressione chiave nell’attività quotidiana di Gino e consorte e nell’esperienza di chi decide di soggiornare da loro: “Noi, tra le altre cose, forniamo gli strumenti per le escursioni: le mappe e una guida prodotta da noi. Perché la conoscenza è alla base della salvaguardia. Abbiamo anche una fattoria didattica e organizziamo laboratori. Purtroppo le persone, dagli anni ’70 in poi, hanno cominciato a lasciare queste zone per motivi di lavoro. Perché la gente rimanga, il turismo è fondamentale”
Quanto conta la passione nel vostro lavoro?
“Tantissimo. Anche perché siamo passati da varie difficoltà (noi siamo qui da più di 20 anni): durante la prima fase, eravamo intenti a combattere contro il pregiudizio dei locali. In secondo luogo, all’inizio, chi faceva scelte come la nostra era una persona consapevole. Poi c’è stato il boom e l’agriturismo è diventata una meta di moda. Insomma, ci si trova a combattere con mille situazioni. L’importante è non scoraggiarsi.
Quali gli itinerari “obbligatori” a Pietralunga e dintorni?
“Siamo circondati da foresta bellissima, piena di sentieri segnalati: c’è solo da sbizzarrirsi! Per non parlare dei borghi medievali: Gubbio, Montone, gioielli veri e propri. Il mio luogo del cuore? L’oasi naturalistica di Varrea, dove per la prima volta, negli ’80, è stata rilevata la presenza del lupo. Io sono più di vent’anni che cerco di incontrarne uno ma niente!”
Infine, perché il nome “La Cerqua”?
“Cerqua è l’espressione dialettale della quercia, l’albero simbolo del nostro territorio. Non solo: la mia famiglia vive qui dal Medioevo e nello stemma di famiglia c’è proprio la foglia di quercia”
Se siete amanti dell’avventura, amate la natura incontaminata e i luoghi autentici e privi di fronzoli, venite nella foresta di Pietralunga. Qui troverete Gino e Silvana, intenti nelle loro rispettive attività, che coltivano in un’area del tutto fuori dal turismo di massa ma di una bellezza indiscutibile. Inoltre, venire a La Cerqua, è anche un atto di turismo responsabile, perché aiutiamo Pietralunga e i suoi abitanti a sopravvivere…
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