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A Siculiana si è appena conclusa la celebrazione del Cristo Nero, chiamata anche lu tri di maio, dato che proprio il tre maggio termina con una particolare processione. Le leggende e le storie non mancano, a spiegare origini e motivazioni di questa festa. La più famosa è quella che racconta di un carro trainato da buoi che, a un certo punto, si fermò nella periferia della città siciliana.
Era il tre maggio di molti secoli fa e gli animali, insieme ai loro padroni, avevano bisogno di mangiare qualcosa. I buoi vennero liberati e il carro rimase momentaneamente incustodito, insieme a ciò che trasportava: una cassa. Nel frattempo, proprio su quella cassa si sedette uno zoppo che passava da quelle parti e che, una volta rialzatosi, scoprì di essere guarito!
Lo zoppo corse all’interno del magazzino dove i carrettieri si trovavano, annunciando il miracolo e chiedendo di chi fosse la cassa. Gli uomini, accompagnati da una folla di curiosi, la aprirono e al suo interno scoprino una statua nera di Cristo. A quel punto nacque la contesa tra gli abitanti di Siculiana e quelli di Burgio, paese cui la statua era originariamente destinata. Si lasciò fare al caso: un uomo propose di lasciar ripartire i buoi e, con loro il destino.

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Gli animali, una volta giunti di fronte al torrente che separava Siculiana da Burgio, non lo attraversarono. Il Cristo rimase così ai siculianesi, i quali lo inserirono in una nicchia all’interno del castello di Charamonte.
Proprio per questo, la processione del 3 maggio non è una semplice processione: essa, anzi, ripropone il caos che la statua di Cristo provocò all’interno del paese. Tuttora vengono rappresentati i tira e molla dell’epoca e la statua ci mette molto tempo prima di uscire da una strada. Durante questi continui andirivieni, i presenti fanno passare i bambini accanto alla cassa, affinché ricevano una benedizione. Il tutto finisce a notte inoltrata.
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