La domanda turistica degli ultimi anni, oltre a puntare ad esperienze autentiche, uniche e coinvolgenti, si rivolge con sempre maggiore attenzione ai principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Questo turismo, alternativo a quello tradizionale, viene definito soft tourism, termine che include l’ecoturismo, il turismo sostenibile e responsabile, il turismo dolce, etc…
Ne consegue che anche l’offerta turistica di un territorio debba orientarsi verso la sostenibilità, come strategia di differenziazione che renda il servizio turistico più competitivo e appetibile. Infatti, la qualità ambientale deve diventare parte integrante della qualità totale; quindi, nell’offerta, oltre a mettere in luce le variabili tradizionali (prezzo, comfort, location, etc…), bisogna essere capaci di offrire un valore aggiunto “ecologico”. In questo contesto, giocano un ruolo fondamentale tutte le strutture ricettive presenti all’interno della destinazione turistica, che possono diventare protagoniste e precorritrici di iniziative turistiche sostenibili.
Inoltre, proprio il settore ricettivo può e deve differenziare il servizio, puntando sulla variabile ambientale, soprattutto dato l’elevatissimo numero di competitor che hanno caratteristiche simili (nonostante strumenti selettivi consolidati, come il sistema “stelle”) e che sono in grado di offrire diverse formule alloggiative all’interno della stessa località (bed and breakfast, casa vacanza, albergo, villaggio, agriturismo, campeggio, etc…)
Purtroppo, in Sicilia, solo da poco tempo i gestori del ricettivo si sono orientati verso l’introduzione di politiche di gestione ambientale, soprattutto grazie alle iniziative dell’Unione Europea. Uno strumento che possiamo prendere in considerazione per misurare la sostenibilità nel sistema ricettivo è il marchio Ecolabel UE. Secondo le ultime statistiche elaborate da ISPRA e aggiornate nel mese di ottobre 2014, le regioni italiane con il maggior numero di servizi certificati sono il Trentino Alto Adige (52 licenze) e la Puglia (53 licenze), mentre in Sicilia siamo a 19 strutture turistiche certificate, alcune delle quali hanno anche aderito ad altri marchi, come Legambiente turismo.
Un dato di per sé non del tutto negativo ma che, se si considera la provenienza dei flussi turistici (domanda straniera molto attenta alle tematiche ambientali) e il numero complessivo di strutture alberghiere ed extra-alberghiere presenti in Sicilia (circa 5.404), assume connotazioni molto preoccupanti.
Attualmente, in Sicilia è in atto un progetto denominato “PROAGRI”, che ha come obiettivo generale la diffusione della cultura del turismo sostenibile in aree rurali. Tra gli obiettivi specifici dell’iniziativa, il miglioramento della qualità dell’accoglienza e delle imprese agricole e turistiche, in termini di qualità ambientale, accessibilità e tipicità del territorio.
Per conseguire tale fine sono stati elaborati degli indicatori volti a valutare lo stato reale di sostenibilità nelle aree di riferimento e una serie di seminari formativi – informativi per diffondere l’importanza della qualità ambientale come valido strumento di marketing.
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