20 febbraio, Istituto Centrale per la Grafica, Roma
Il giorno dopo gli incresciosi fatti che hanno visto Roma oggetto di vandalismi a opera degli hooligans olandesi (venuti nella capitale per assistere alla partita Roma-Feyenoord), all’Istituto Centrale per la Grafica di Roma (proprio dietro alla Fontana di Trevi, sotto restauro) si è tenuta una giornata di studio sul turismo culturale, organizzata da ICOM Lazio.
Già: turismo. Culturale. Come discutere di un tema del genere senza farsi prendere dall’ira per i fatti appena occorsi? Ovviamente c’eravamo anche noi e in veste di relatori, per dire la nostra sui concetti di sostenibilità e responsabilità, da tenere assolutamente presenti nel momento in cui si mette piede in un territorio diverso dal nostro.
Gli interventi sono stati molti, gli spunti altrettanti. A moderare il convegno Valeria Pica, storica dell’arte che Il Daily Slow si era già premurato di intervistare. È stata lei, del resto, a parlare di etica del viaggio, di etica del turismo, in relazione al bisogno di viaggiare preservando l’identità dei luoghi.
“Il viaggio, prima di tutto, andrebbe inteso come possibilità di riscoperta di sé”. Così Valeria Pica, rifacendosi all’idea che sottottintendeva il Grand Tour, effettuato dai giovani dell’aristocrazia europea a partire dal XVII secolo, allo scopo non solo di perfezionare la propria cultura ma anche di passare all’età adulta. Insomma, viaggio come maturazione personale.
Un concetto che sembra essersi perso negli ultimi anni o che, comunque, non è certo parte integrante del cosiddetto turismo di massa. In questo, hanno una grande responsabilità i tour operator, che fin troppo spesso si limitano a proporre i soliti monumenti. Si pensi che il 90% degli incassi lordi a Roma deriva dagli introiti del Colosseo!
Non ci si stupisca, quindi, di fronte al progressivo rimodellamento del paesaggio in base allo sguardo del turista e all’inevitabile passaggio dal consumo culturale alla consunzione culturale, senza per questo entrare nel dettaglio di ciò che si visita.
Chi viene nel Lazio, poi, raramente si ferma in luoghi meravigliosi come Cerveteri, Tarquinia, Bagnaia o Montecassino, peraltro Siti Unesco.
Insomma, si tratta di un turismo aggressivo e non in sintonia con i luoghi; di un “turismo rapace”, per dirla con Erri De Luca. Sarebbe quindi importante, come sottolineato durante l’incontro, insegnare prima di tutto ai cittadini a vedere e riconoscere la bellezza, così da spingerli al desiderio di preservarla.
Perché il valore del patrimonio culturale è un valore prima di tutto identitario, che permette il senso di appartenenza tra le persone e i luoghi. Ecco allora che la cultura diventa un qualcosa che si conquista e non, semplicemente, che si eredita.
Il viaggio dovrebbe essere una cosiddetta esperienza sinestesica, che coinvolga cioè tutti i sensi, in armonia tra loro. Anche perché il turista, in fin dei conti come ricorda Silvana Sari, della Direzione del Dipartimento Promozione del Turismo e della Moda di Roma Capitale – è un cittadino temporaneo (e non un contenitore passivo) e come tale dovrebbe comportarsi ed essere trattato.
Luciano Lauteri, presidente di Slow Tourism e relatore durante la tavola rotonda finale, si è invece soffermato molto sul concetto di accoglienza.
Perché “l’accoglienza non è una stretta di mano né un prodotto tipico, bensì la capacità di far tornare le persone in un territorio”. Impresa non facile, a meno che non si decida di coinvolgere ristoratori e albergatori in modo diverso: non dovrebbero essere loro le prime guide turistiche che il viaggiatore incontra?
Slow Tourism, in linea con le idee emerse dal convegno, si ripromette di promuovere un turismo culturale che abbia come epicentro non solo i centri storici ma anche tutti quei luoghi e attrazioni spesso definite “minori”, poco conosciute sia in Italia che all’estero. “Un avvicinamento alle risorse culturali non immediatamente visibili ( e spesso accessibili) ma che consentono la scoperta di storie e tradizioni, di patrimoni che rendono un luogo unico”.
Tag:Fontana di Trevi, ICOM Lazio, Istituto Centrale per la Grafica, turismo culturale, turismo ecosostenibile