È bello essere orgogliosi della propria regione e visitarne ogni angolo senza avere una meta precisa, solo per fare delle fugaci visite a tutti i paesi che si incontrano per strada. Non di minor fascino le giornate passate nelle magnifiche spiagge bagnate dal mare Adriatico oppure trascorse intraprendendo la piccola avventura di un’escursione tra i sentieri della Majella o del Gran Sasso. Mi trovo ogni volta sorpreso di scoprire scorci paradisiaci di natura incontaminata o di ragionare sulla stupefacente operosità dell’uomo, che ha saputo inventarsi la propria quotidianità in ambienti spesso ostili. Ovviamente parlo dell’Abruzzo.
Le mie visite, in effetti, sono fugaci, considerato anche che posso girare la mia regione in giornata; ma con me porto sempre una guida, per “leggere” i posti che già ho visto. Troppo spesso, però, vorrei avere una conoscenza più approfondita e allora penso: “di sicuro in questo posto meraviglioso, nel mese di agosto, troverò una comitiva di turisti con un accompagnatore a capo”. Niente. Mai.
Una regione che presenta un “catalogo” di bellezze artistiche, naturali, gastronomiche, antropiche, storiche e religiose come il nostro Abruzzo dovrebbe vedere flotte di turisti calcarne i tratturi, i sentieri, le autostrade. Purtroppo, invece, il nostro turismo rimane sempre un po’ all’angolo, con gli operatori che cercano egoisticamente di coltivare il proprio orticello, tralasciando l’offerta turistica tout court alla casualità di un mordi e fuggi demotivante.
Bisognerebbe ripensare l’accoglienza turistica e creare un sistema circolare mare-monti, con collegamenti costanti tra le più frequentate spiagge e i luoghi nascosti dell’interno, tra le serate mondane in Corso Manthonè e le sagre dei paesi di collina, tra le strutture ricettive costiere e i piccoli bed and breakfast dei monti.
Ripensare dei pacchetti che, oltre al bel mare, facciano conoscere la gente abruzzese, i luoghi di culto medievali, i segni della presenza della cultura romana, gli animali del Parco Nazionale d’Abruzzo, il ghiacciaio del Calderone.
Pacchetti che offrano rafting sui nostri torrenti, speleo nelle nostre grotte, cicloturismo sui nostri monti, immersioni nei nostri mari, trattamenti beauty nelle nostre terme. C’è bisogno di una pressione più forte sui tour operator, ai quali però va garantita serietà, professionalità e continuità dell’offerta. Requisiti che possono essere garantiti solo con l’aiuto delle Istituzioni e quindi della Regione.
Tutto ciò c’è già. Ma ognuna di queste cose sembra essere estranea all’altra, mentre tutte dovrebbero viaggiare a stretto contatto, per rendere l’esperienza turistica il più completa possibile. Questo darebbe uno slancio importante all’Abruzzo, che diventerebbe un vero catalizzatore della domanda turistica nazionale e internazionale, adeguandosi a tempi e costumi che cambiano velocemente e ai quali gli abruzzesi devono adattarsi e in fretta.
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