Metti che un giorno… ti vada di sognare e di passeggiare in un bosco misterioso – in cui ti aspetti che all’improvviso esca un folletto o una fata da dietro una delle gigantesche querce -, in quello che è definito “il bosco per ECCELLENZA”, uno degli ultimi boschi naturali della nostra Sicilia. Noi di Panorama Sicilia, una bella domenica abbiamo deciso di metterci in cammino e visitare tre luoghi carichi di mistero, bellezza e storia.
Il Bosco di Malabotta – o Sentiero dei Patriarchi -, posto tra i monti Peloritani e i Monti Nebrodi, vanta querce secolari, relitti botanici di grande valore e una fauna rappresentativa dell’habitat di quella zona. È molto facile incontrare, durante il cammino – se non si è in molti -, il famoso maialino nero dei Nebrodi.
Nella Riserva Orientata del Bosco di Malabotta si possono fare diverse escursioni. Quella di cui vi parliamo noi è chiamata “Sentiero dei Patriarchi”, proprio per la presenza di antichi alberi, dal tronco nodoso ed enorme. Questi alberi possono raggiungere i 30 metri d’altezza e in questa zona è facile trovarne molti dal diametro di due metri.
Il punto più alto del Bosco è sovrastato dal Monte Croce Mancin,a posto a 1341 m.
Lungo la dorsale che da Monte Cerreto, punto di partenza, passa da Monte Croce Mancina e arriva a Pizzo Vuturi, si aprono panorami suggestivi sull’Etna, sulla Valle dell’Alcantara e sulle cime più alte dei Peloritani.
Dopo una bella escursione nel Bosco di Malabotta, potete fare un salto in un sito di interesse archeologico che troverete lungo la strada: l’ARGIMUSCO.
Nel comune di Montalbano Elicona, sull’altipiano detto, appunto, Argimusco, sono state rivenute tracce di insediamenti umani di epoca preistorica, ancora oggetto di studio. L’Argimusco è conosciuto anche come la Stonehenge di Sicilia, per la presenza in luogo di Megaliti.
Sull’altipiano sorgono numerosi roccioni di arenaria quarzosa, modellati dall’azione dell’acqua e del vento in forme curiose e suggestive, antropomorfe e zoomorfe. Ritroviamo così il megalite dell’aquila o della donna che prega o dell’indiano.
I megaliti hanno suscitato la curiosità e la fantasia dell’uomo: si pensa che questo luogo sia stato usato, in tempi antichi, per l’osservazione del cielo.
Lasciando l’altipiano, ci dirigiamo a Montalbano Elicona, uno dei borghi più belli d’Italia, il quale da poco ha vinto il riconoscimento di Borgo dei Borghi. Per quanto riguarda l’origine del nome: alcuni storici pensano che derivi dal latino Mons Albus, cioè Monte Bianco, in riferimento alla roccia su cui è stato costruito il paese. Altri fanno derivare il nome dall’arabo al-bana, che ha il significato di “luogo eccellente”. Mentre il nome Elicona è di origine greca e si riferisce al fiume Elicona (elikon = tortuoso) e compare presumibilmente nel IV sec. a.C.
Il paese medievale si snoda attorno al Castello di Federico II d’Aragona, costruito nel XIV sec. Di vivo interesse è la cappella reale, di epoca bizantina. Da ammirare le piccole chiese presenti nel paese, come la Chiesa Santa Caterina, con la facciata e il bel portale in stile romanico.
Pur in un piccolo paese, potremo ammirare le vestigia e la storia della Sicilia. E la bellezza che questa terra offre.
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