La solitudine è sottovalutata.
La solitudine può essere antidoto alla frenesia, al contatto obbligato, ai percorsi predefiniti. La solitudine che non è isolamento, la solitudine che è privilegio. La solitudine come incontro con se stessi, non come allontanamento dagli altri. Come se il mondo fosse una sostanza meravigliosa in cui siamo immersi, dentro la quale possiamo nuotare contando sulle nostre braccia e le nostre gambe.
Cercare la solitudine può essere una sfida, una necessità, una condizione. O anche un esercizio. Esercizio di autonomia, di ricerca, di scoperta: scoperta, per esempio, della propria città.
Ho selezionato 10 cose da fare da soli a Bologna, per entrare in contatto con la città e con se stessi e approcciarsi lentamente e senza pregiudizi sia alla città che – cosa probabilmente più difficile – a se stessi. Che voi siate cittadini bolognesi, turisti, che voi passiate da queste parti per lavoro, per caso o perché siete venuti a trovare qualcuno, che voi ci viviate da tutta la vita o che vi siate trasferiti qui all’università o che vi ci abbiano portato treni o aerei, un giro da soli per Bologna vi farà sentire al posto giusto nel momento giusto.
1) Andare a piedi a San Luca. Innanzitutto, andare a piedi a San Luca è una cosa seria: il santuario, posto sul Colle della Guardia, suscita nei bolognesi di tutte le età una sorta di timore reverenziale. Quindi, mai dire “vado a San Luca a piedi” e poi non farlo! Farlo da soli vi regalerà circa tre quarti d’ora di salita non faticosa, un panorama bellissimo e la possibilità -se volete verificare quanto si dice- di contare i 666 archi del famoso portico. Incontrerete poi una vastità divertente di umanità petroniana, tutta concentrata a salire e scendere, mentre chiacchiera, corre, pensa. Come un’arteria che pulsa, il portico di San Luca porta su e giù parole, pensieri, sogni e sguardi dei bolognesi e degli immancabili turisti.
2) Salire sulla Torre Asinelli in una giornata limpida, ma limpida davvero, e verificare se si vede il mare. Così si dice: che da lassù, quando l’assenza di foschia lo permette, si veda il mare. Mio nonno lo sostiene da sempre, quindi mi è rimasta questa enorme curiosità, perché tutte le volte in cui ci sono salita io, la giornata non lo consentiva. Quindi non posso che dire: fatemi sapere!
3) Passare un po’ di tempo seduti nella Biblioteca Sala Borsa a leggere un libro su un argomento che vi ha sempre incuriositi e sul quale non vi siete ancora documentati. Io, per esempio, sceglierei qualcosa sull’astronomia, le supernova, i buchi neri. Dopo la lettura, non fatevi mancare un giro per la biblioteca, lo Urban Center al piano di sopra e gli scavi romani al piano di sotto. Sala Borsa è un concentrato di cultura, storia, architettura e creatività. Ne uscirete piacevolmente bombardati di idee (e se vi viene fame, c’è un’ottima pasticceria all’interno).
4) Andare a Palazzo d’ Accursio, davanti alla gigantesca fotografia aerea di Bologna, e cercare casa vostra -se siete bolognesi- oppure orientarvi e dare un’occhiata al centro dall’alto.
5) Sedersi in Piazza Santo Stefano un po’ prima del tramonto e scoprire che “l’ora d’oro” e “l’ora blu” tanto amate dai fotografi esistono eccome! Vedrete brillare le facciate dei palazzi, i ciottoli della piazza, le finestre che piano piano si illuminano, fino a farsi inghiottire lentamente da un colore bluastro, accentuato dal fatto che la piazza ha questa struttura un po’ chiusa, ampia ma raccolta. Se volete allungare un po’ il vostro giro, prima o dopo questa sosta, a seconda dell’ora del tramonto, trovatevi alle 18.00 in Piazza dei Celestini, all’angolo di via D’Azeglio, per ascoltare Lucio Dalla che canta dagli altoparlanti che risuonano lungo la via, ogni giorno, in un generoso incanto.
6) Pranzare sui colli. Scegliete se Monte Donato, Parco Cavaioni, i Trecento Scalini, o magari Villa Ghigi. I colli bolognesi sono una dimensione sospesa e irripetibile: se ne stanno lì, a un metro dal centro, con un’aria un po’ snob, ma in realtà molto placida e accogliente. Come stessero a dire: siamo qua. Sali su con calma, parcheggia dove non ti fanno la multa, sdraiati sull’erba, mangiati un pezzo di tipica crescenta con la mortadella, goditi il panorama e per una mezz’ora non preoccuparti di nulla.
7) A proposito di panorama: andate a scattare una foto dal terrazzo panoramico di San Michele in Bosco. Poi, però, entrate anche dentro la biblioteca e andate a dare un’occhiata alla finestra panoramica all’interno dell’Ospedale Rizzoli (tutte strutture accessibili al pubblico, basta controllare gli orari di apertura), per fare un divertente esperimento ottico. Dalla spettacolare finestra panoramica, si vede perfettamente la Torre Asinelli, che più ti allontani e più si ingrandisce. Dentro la biblioteca, cercate appeso al muro (nell’ultima stanza in fondo) un foglio incorniciato, dove potete leggere un passaggio molto intenso e riflessivo sull’etica medica, sul tagliare, curare e ricucire, dato che vi trovate – appunto – all’interno di un ospedale storico.
8) Fotografare o trascrivere scritte trovate sui muri. Dunque. I muri di Bologna purtroppo sono sporchi. Da alcuni anni la polemica si è accesa e, tra gruppi di volontari e ordinanze comunali, si sta cercando di risolvere il problema. Senza voler assolutamente promuovere la pratica, capita talvolta di trovare qualche chicca scritta. Qualche mese fa, un generoso writer ignoto, ha iniziato a scrivere in giro la frase “Impara ad amare”. Le persone ne erano affascinate. Qualcun altro pensò bene di disegnare un cuore rosso in mezzo al petto delle sagome bianche che indicavano i passaggi pedonali. E così via. Ce ne sono molte, affascinanti, ben scritte, provocatorie. Possono sembrare quasi un tratto di arredo urbano. Peccato non appuntarsele, intanto che sono lì.
9) Entrate, anche per poco tempo, in un museo, in una chiesa, in una bottega storica del Quadrilatero-Mercato Vecchio, come per assaggiare cucchiaini di Bologna. Io consiglio il Museo della Musica (il palazzo ha un’architettura splendida, un giardino prospettico dipinto, una sala boschereccia dove vi sembrerà di stare davvero in mezzo agli alberi, e una collezione curatissima) e Santa Maria della Vita (c’è il Compianto di Nicolò dall’Arca, da vedere o da rivedere, anche solo per rimanere impressionati dagli occhi vuoti e dal dolore tangibile che fuoriesce dai volti delle sculture). Se per caso decidete di dare un’occhiata alla Cattedrale di San Pietro, sappiate che il sabato ci sono visite guidate al campanile e il panorama, anche da qui, è impagabile.
10) Scoprire la periferia. Per esempio, il Parco Talon a Casalecchio o il Parco della Cà Bura a Corticella, oppure il Parco dei Cedri a San Lazzaro. E rendersi conto che la periferia di Bologna è faticosa, trafficata, piena di palazzoni piantati lì per essere abitati, brulicanti di antenne della televisione, macchine che entrano ed escono da garage sotterranei, zone residenziali tanto graziose quanto oniriche. Ma il verde sopravvive ostinato, tra la noncuranza e la gioia, e resta a disposizione di chi pensa che la bellezza nasca sempre inaspettata.
Ovviamente, tutte le 10 cose da fare a Bologna da soli possono essere fatte anche in compagnia.
Cambiano l’approccio e il punto di vista; cambia anche quello che cerchiamo e forse anche quello che troviamo.
Perché è vero che la solitudine è sottovalutata ma anche l’ottima compagnia di un vero compagno di viaggio è un dono da non sottovalutare mai.
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