Le feste natalizie sono il periodo dell’anno in cui si spreca di più: si cucina troppo e per troppi giorni, senza badare a tutto quello che va a finire nella pattumiera. Secondo i dati della campagna Food We Want dell’Unione Europea promossa dall’Istituto Oikos, ogni anno oltre 440mila tonnellate di cibo finiscono nei rifiuti, nel 40% dei casi perché ne compriamo troppo.
Esagerare con la spesa e buttare il cibo non significa solo sprecare gli alimenti che non abbiamo consumato: si sprecano, ad esempio, anche le risorse idriche, dato che per produrre un chilo di carne bovina sono necessari 15 mila litri di acqua. Un terzo del cibo prodotto su tutto il pianeta viene sprecato, mentre 870 milioni di persone nel mondo soffrono per malnutrizione.
Per evitare di comprare più del necessario e ritrovarci poi a dover buttare il cibo non è necessario stravolgere le proprie tradizioni: basta seguire dei semplici consigli.
Occhio alla spesa. Il primo evidente metodo per evitare gli sprechi è non comprare più alimenti del dovuto: fare bene i conti, considerando di poter riciclare alcuni cibi nei giorni successivi alle feste. Acquistare prodotti tipici va bene, ma provenienti dalla filiera corta: molti di questi prodotti vengono venduti sfusi, in modo da evitare anche il packaging.
Menù sostenibile. Tradizione delle feste natalizie vuole che non manchino sulla tavola né pesce né zampone. Per lo zampone vale il consiglio di cui sopra: acquistare solo da produttori locali, meglio ancora se conoscendo personalmente l’allevatore. Anche in città questo è possibile: i vari gruppi di acquisto che ormai si auto organizzano nei piccoli e grandi centri italiani lo dimostrano. Sul pesce va fatto un discorso a parte: sarebbe bene evitare i pesce “classici” perché sono proprio quelli più sottoposti alla pressione alimentare. Salmone, tonno rosso e anguilla rossa sono sull’orlo dell’estinzione: quando possibile, preferire altri tipi di pesci come la trota, pesce azzurro o crostacei, rigorosamente locali.
Conservare il cibo. La conservazione del cibo è un’operazione importante: farlo con cura significa risparmiare risorse alimentari ed economiche. Non tutto va in frigo: alimenti come aglio, cipolla, scalogno, zucca, arance e patate “durano” di più se conservati fuori dal frigo, i posti freschi e aerati, possibilmente al buio. Non bisogna mai lavare prima gli alimenti e, anche in frigo, è necessario riporli nel posto giusto: frutta e verdura ai piani più bassi e meno freddi, possibilmente avvolti nella carta. Per approfondire l’argomento, ci sono i consigli di Fruitylife, che spiega come e dove conservare meglio gli alimenti per farli durare più a lungo.
Riciclare il cibo. Molte tradizioni culinarie locali hanno già ricette che permettono di riciclare gli avanzi: una delle più famose è l”insalata di rinforzo” napoletana, fatta con i resti dei pasti precedenti al 26 dicembre e l’aggiunta di cavolfiore bollito. Negli ultimi anni, inoltre, molte indicazioni utili sono state pubblicizzate da enti, aziende, privati o istituzioni: come ad esempio le ricette di Addiction per Whirlpool EMEA che, nelle prime puntate della serie Cucina a impatto zero pubblicate on line in vista delle festività natalizie e di Capodanno, spiega come creare, dai resti di un nasello e patate, 3 piatti squisiti.
Food sharing. Se proprio non siamo riusciti a limitare gli acquisti, c’è sempre una soluzione per rimediare: il food sharing. La condivisione del cibo è un fenomeno che ha preso piede in molti paesi del mondo, complice forse anche la crisi: chi alimenti vicini alla data di scadenza può donarli o scambiarli con altri utenti tramite una piattaforma web. La regola di base è molto semplice: “non far mangiare agli altri ciò che non mangeresti tu”: inoltre non si donano carne macinata o uova ed è necessario rispettare la catena del freddo. Un metodo per evitare di sprecare il cibo che non appassiona solo i privati, ma anche piccoli commercianti e produttori: da quando è stato lanciato, alla vigilia dello scorso Natale, i 17 mila utenti registrati sul sito sono riusciti a salvare oltre 4 mila chilogrammi di cibo.
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