Continuiamo il nostro viaggio enogastronomico in terra di Sicilia parlandovi delle Teste di Turco, deliziosi dolci sciclitani. Per meglio dire: dolci siciliani per eccellenza, che – non solo nel nome – richiamano la famosa battaglia che, nel 1091, vide la vittoria dei Normanni sui Saraceni e la conseguente liberazione di Scicli.
Questo dolce, non a caso, è la forma del turbante arabo: al suo interno si “nascondono” la crema pasticcera o, ancora meglio, la ricotta vaccina dolce. L’ultimo sabato di maggio le teste di turco vengono consumate a volontà dopo la rievocazione teatrale annuale, che ripercorre la vittoria dei nordeuropei sugli “infedeli”. La stranezza? Questa sorta di trofeo ideologico viene preparato non dai vincitori ma dai vinti, quegli arabi di cui in Sicilia rimane la felice eredità dolciaria.
La Sagra delle Teste di Turco avviene in concomitanza con la Festa della Madonna delle Milizie. Una Madonna sui generis, in quanto battagliera: apparve durante la guerra su un cavallo bianco e armata di spada, dando man forte – ovviamente – ai cristiani. Durante la sagra, questi magnifici dolci vengono offerti ai presenti, accompagnati da del moscato.
Una volta le teste di turco venivano prodotte solo in occasione della Madonna delle Milizie e avevano un diametro di circa 20 cm. Oggi si trovano tutto l’anno e in dimensioni più ridotte. Gli ingrendienti? Pochi ed efficaci: strutto, farina, acqua, sale e tante uova. L’aspetto ruvido non è altro che la materializzazione della passione dei pasticceri siciliani, lontani dai formalismi di tanta, troppa pasticceria (italiana e internazionale).
Le teste di turco sono protagoniste di un tour dei sapori tipici, scopritelo al seguente link: http://www.itineraryplanner.it/tappa/le-teste-di-turco/
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