Dipinti in soggiorno, acquarelli e fotografie in cucina, sculture in terrazza. Installazioni low cost per un’arte (e turismo culturale) slow. Dove? A Bologna: è qui che, nel 2007, Paolo Insolera ha fatto sbocciare Case Aperte, associazione di giovani artisti in cerca di spazi espositivi, dove mettere in mostra e far conoscere creazioni e produzioni. Dunque, ospitalità temporanea (non si possono occupare gli spazi domestici per troppo tempo) per artisti e fruitori dell’espressione contemporanea, che ha valorizzato numerosi interni bolognesi e sfidato (ma non con intenti omicidi) le costose mostre a base di grandi numeri, ricchi budget e firme di peso.

Una delle esposizioni curate dall’associazione Case Aperte a Bologna
Il pensiero va subito alle polemiche locali (sui quotidiani bolognesi sono stati versati fiumi d’inchiostro), con riflesso nazionale (la querelle ha scomodato i più noti critici d’arte), sulla mostra dedicata l’anno scorso a Jan Vermeer. Anzi, al famoso dipinto La ragazza con l’orecchino di perla, la vera guest star dell’esposizione, tra urla e grida del mondo artistico e politico. Chiara l’accusa: troppi soldi a un’unica mostra, mentre ci sarebbe tanto da valorizzare in città.
Sempre più centro di attrazione per gli amanti dell’arte contemporanea, come dimostrano i numeri di Arte Fiera, che esce dagli asettici ambienti della Fiera (per quanto ben allestita), Bologna ha una moltitudine di piccole e grandi gallerie d’arte.

Scultura di una mostra “Case Aperte”, con lo sfondo della Torre degli Asinelli, simbolo di Bologna
Ma Case Aperte è un’altra cosa. Me ne parla Paolo, oggi in coppia creativa con Maria Lucia Cossu, che riavvolge il nastro dei ricordi:
‘’L’idea è nata per caso, quando chiacchierando con il mio amico Matteo Rubini, vicepresidente dell’associazione, in piazza San Francesco abbiamo cercato una soluzione all’esposizione delle sue sculture’’
Il giro delle gallerie è costoso: ‘’Qualche migliaia di euro. Troppo per le nostre tasche’’. Quindi, di necessità virtù e via alla ricerca di un’alternativa. Esposizioni in osterie, trattorie, locali pubblici? “Le persone sono distratte dal mangiare e dal bere e l’opera d’arte non si ammira’’.
Porte spalancate, invece, in casa di amici, che in questi anni hanno ospitato opere e artisti. Un modello organizzativo che è stato esportato anche a Napoli e in altre località del Bel Paese.

Paolo Insolera e Maria Lucia Cossu – ideatori di Case Aperte – durante un allestimento

Il pubblico di una delle ultime mostre di Case Aperte a Bologna
Una bella storia. E venerdì 27 febbraio 2015 si ripete: appuntamento in via Sant’Isaia, al numero 50, con la mostra ‘’Buio’’, dedicata alle opere di Giovanni Cangemi. Paolo e Maria Lucia sono, come sempre, entusiasti:
‘’Case Aperte torna a movimentare la vita bolognese spostandola, come ai vecchi tempi, nel contesto casalingo, per rendere l’incontro sempre meno impersonale, sempre più immediato, tra quel mondo che Giovanni rappresenta e gli infiniti mondi che ognuno di noi si trascina dentro’’.
Distillato di poesia universale ma da conoscere tra le intime e domestiche quattro mura di via Sant’Isaia.

La casa di via Sant’Isaia, in via d’allestimento per la mostra di venerdì 27 febbraio
* Dove dormire a Bologna e dintorni? Le raccomandazioni di Slow Tourism sono:
– Il B&B ViviSostenibile, a Monteveglio (BO)
– L’agriturismo Ca’ del Buco, Monte San Pietro (BO)
– L’agriturismo Ca’ Bertù, Castello di Serravalle (BO)
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