“Se 100 bagni montassero un impianto simile a questo, produrremmo un megawatt di energia: cioè l’equivalente di una piccola centrale elettrica”: a dirlo è Matteo Giovanardi, che gestisce il Bagno Giulia 85 a Riccione, lo stabilimento balneare più sostenibile d’Europa. Sostenibile non solo dal punto di vista energetico e ambientale, ma anche – non meno importante – dal punto di vista umano: l’accesso è garantito a tutti, grazie a speciali strutture che evitano le classiche separazioni fra chi può raggiungere determinati punti della spiaggia e chi non può.
L’idea nasce nel 2006, dopo la fiera Rimini Sun, sulla linea del progetto provinciale sul turismo sostenibile Agenda 21: partnership fra amministratori locali, enti e cittadini, per promuovere la sostenibilità delle strutture turistiche, a partire dalle esigenze espresse sui territori. Ma, per realizzare un progetto come Bagno Giulia, ci vuole molto di più: lungimiranza, volontà di innovare e una spiccata sensibilità.
Si parte dalle cabine: perpendicolari alla costa, in modo da non rovinare la vista, interamente costruite in legno, come quelle “di una volta”. E poi i pannelli solari sul casotto principale e sulle cabine, per limitare il dispendio di energie, i materiali eco compatibili usati per le strutture. Da qui in poi, Bagno Giulia si è rinnovato anno per anno, fino a diventare una struttura dotata di tutti gli strumenti per raggiungere l’obiettivo finale: l’impatto zero.
L’energia. Di energia, a differenza di quanto si possa pensare, in uno stabilimento balneare se ne impiega molta: dall’elettricità dai frigoriferi per i gelati e gli alimenti in genere, all’uso dell’acqua calda per le docce e per le pulizie, dalle luci e la musica per l’intrattenimento, all’energia necessaria per rinfrescare alcuni ambienti. E così, l’impianto geotermico rinfresca l’interno del casotto in modo naturale, mentre un impianto fotovoltaico da 8 kW al giorno riscalda l’acqua delle docce e delle vasche, e fornisce l’energia elettrica con l’aiuto dei pannelli solari termici. Tutti gli elettrodomestici e gli apparecchi a corrente elettrica usati nello stabilimento sono a basso consumo, così come le lampadine.
L’acqua. Anche il recupero dell’acqua è una parte cruciale, se si vuole ridurre l’impatto di uno stabilimento: il sistema di gestione e recupero delle acque di Bagno Giulia permette di riutilizzare 10 mila litri di acqua al giorno. L’acqua viene raccolta sia dalle vaschette dei wc, che dagli impianti idrici, che dalle docce: filtrata e trattata, può essere riutilizzata per le stesse operazioni. A completare il sistema di taglio degli sprechi concorrono anche i rubinetti a tempo con i riduttori di flusso.
La spazzatura. Niente viene sprecato nello stabilimento Bagno Giulia, neanche i rifiuti: sono presenti le isole ecologiche per la raccolta differenziata e una passerella realizzata interamente in plastica riciclata e scarti di olive. I prodotti utilizzati per la pulizia delle strutture sono al 100% ecologici e una serie di attività sono volte alla tutela della fauna e della biodiversità locale, grazie anche alle campagne di comunicazione dello stabilimento.
La sostenibilità umana. Ma non si tratta solo di tutela ambientale: Bagno Giulia guarda anche alle persone. Lo stabilimento balneare di Riccione, infatti, garantisce l’accessibilità ai disabili e ai non vedenti, grazie anche a una serie di iniziative create con l’ausilio degli enti locali. Uno di questi è Spiaggia libera tutti che, nell’ambito del programma di Agenda 21, ha come obiettivo un adeguamento delle strutture per l’accesso ai disabili.
Bagno Giulia non ha barriere architettoniche: chiunque può scegliere il posto che preferisce. La passerella mobile arriva fino alla riva e un punto di scambio laterale permette il passaggio dalla carrozzina alle sedie sdraio galleggianti.Gli ombrelloni dotati di strutture per disabili sono sparsi fra quelli “tradizionali”: l’intenzione degli ideatori è proprio quella di non creare “ghettizzazioni”.
Inoltre, c’è una canoa doppia antiribaltamento: “Abbiamo già avuto un padre- ha raccontato Matteo- che pur non potendo camminare, ha potuto portare il figlio a fare un giro in canoa”. Per i non vedenti c’è un apposito percorso sonoro ricavato nella pavimentazione della passerella, mentre una mappa in Braille presso la reception spiega tutti i servizi offerti. Tutto questo perché si possa raggiungere ogni punto della struttura senza essere vincolati ad avere l’assistenza di qualcuno.
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