Siamo a Fogliano Redipuglia, comune in provincia di Gorizia, sul confine Italia-Slovenia. Del resto, Redipuglia, dallo sloveno “sredij polije”, significa proprio terra di mezzo. E proprio in questo lembo, segnato da anni di storia e lotte che solo chi abita una sottile linea divisoria può comprendere, sorge il bio-agriturismo Parco Rurale Alture di Polazzo, gestito da Davide Samsa e famiglia.
Una manciata di appartamenti e tende (sì, perché il Parco Rurale è anche agri-campeggio) in ettari ed ettari di terra, in mezzo ad animali singolari che danno all’azienda di Davide un’allure decisamente country. Oggi parlo proprio con lui, che non si lascia sfuggire i particolari più importanti riguardo a sostenibilità e lentezza nel fare turismo dalle sue parti:
“Prima di tutto, la nostra struttura si trova in una zona a tutela ambientale e si impegna quotidianamente per mantenere la biodiversità, tanto da aver ottenuto la certificazione Ecolabel [marchio dell’Unione europea che premia i prodotti e i servizi migliori dal punto di vista ambientale, n.d.r.]. Tra le nostre azioni, il recupero dell’acqua piovana e l’utilizzo di lampadine a basso consumo, solo per fare degli esempi. Il nostro bisnonno comincò a pascolare qui nel 1907 e noi abbiamo continuato la sua attività ma diventando pastori stanziali“
Il Parco Rurale si distingue soprattutto per la possibilità di fare esperienze vere: “I nostri ospiti possono esplorare il parco con degli autobus elettrici; nel contempo, gli vengono raccontati il nostro allevamento biologico, il carsismo [attività chimica esercitata dall’acqua, soprattutto su rocce calcaree, n.d.r.] e le razze in via di estinzione che alleviamo. Tutti i nostri animali non vivono in stalla ma all’aperto. Insomma, facciamo dei veri e propri laboratori didattici, interessanti sia per i bambini che per gli adulti”
Animali in via di estinzione? “Sì, come lo sciacallo dorato (di cui ovviamente spieghiamo tutto), la pecora Carsolina (come dicevo, ci troviamo sul Carso e alleviamo la medesima pecora che allevava un tempo il nostro bisnonno) e l’asino dell’Amiata”. Lo sciacallo? Ma non è pericoloso? “Non per l’uomo, anche perché non è molto grande. Però subiamo costantemente delle predature… insomma, lo sciacallo è pericoloso solo per le nostre pecore! Questa è sicuramente una problematica; ma è altrettanto vero che è importante che diverse specie convivano, facendo della nostra zona un territorio ad alto tasso di biodiversità. Inoltre, in questo modo possiamo arricchire l’attività didattica. Tra i nostri programmi, infatti, c’è anche ‘Sulle orme dello sciacallo dorato’. Insomma, è la solita storia del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto”.
Gli ospiti del Parco Rurale hanno l’imbarazzo della scelta e mai espressione fu più azzeccata: “Tra i vari laboratori, c’è quello sulla lavorazione della lana: insegnamo tutto, dalla tosatura al feltro. E poi collaboriamo con altre aziende agricole: se, per esempio, qualcuno è interessato al vino, alle api o alle piante officinali, gli segnaliamo le attività e le aziende più adeguate”
Davide vive e lavora qui da sempre: “È tutto cominciato negli anni ’90. Nel ’96, seguendo le direzioni della Comunità Europea, siamo passati al biologico. Abbiamo poi ottenuto l’etichetta AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) e siamo diventati Fattoria del Panda per il WWF nonché parner di Legambiente Turismo. Infine, il passo più difficile e compiuto da poco: la certificazione Ecolabel. Insomma, la sostenibilità ce la siamo sempre sentita dentro, anche quando, i primi tempi, avevamo clienti che buttavano tutto nel water, infischiandosene della natura! Ma noi, con testardaggine, abbiamo continuato… oggi i nostri ospiti sono soprattutto tedeschi e olandesi che vengono appositamente per le caratteristiche del Parco Rurale”
Domanda di rito: cosa vedere assolutamente dalle parti di Davide e famiglia? “Sicuramente Trieste ma soprattutto Aquileia. Quest’anno, poi, c’è il centenario della I Guerra Mondiale, quindi vari musei stanno creando percorsi ad hoc. Consiglio inoltre le foci del Timavo, dove è possibile visitare anche la Grotta del Mitreo. Tra le riserve naturali, l’Isola della Cona e le Grotte di San Canziano, area protetta dal 1981″
Ma Davide crede nel turismo lento? “Io al momento faccio turismo non lento ma lentissimo, perché ho due bambine di 3 e 4 anni! Sicuramente, quando ci spostiamo, cerchiamo sempre proposte simili alla nostra. Il turismo lento, oltre a essere ormai un bisogno, è una prospettiva interessante per l’economia futura: invece di pensare sempre al mordi e fuggi o ai last minute, sarebbe giusto conoscere a fondo i territori italiani”
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