INTERAZIONI INTERRELAZIONI TRA MONDO REALE E DIGITALE NELLO SPAZIO URBANO
Il 25 settembre scorso a Venezia, presso il Future Centre di Telecom Italia, si è tenuto il convegno CITY DATA FUTURE URBANIXD.
L’azienda di telecomunicazioni, Partner dell’evento, grazie alla concessione del Centro di Ricerca e Formazione sito nell’antico convento di San Salvador, ha contribuito alla realizzazione del simposio che ha visto la partecipazione di ricercatori e studenti di Architettura e Design Urbano da tutto il mondo.
Michael Smith dell’Università di Edimburgo, coordinatore del progetto Urban Interaction Design, saluta gli ospiti introducendo la scaletta dei lavori del convegno.
La parola passa a Dan Hill, Direttore Esecutivo del Progetto Future Cities Catapult.
Hill, nella sua relazione, pone l’attenzione su un quesito:
Può l’essere umano trovare una posizione di centralità nel design di un ambiente urbano tecnologicamente sviluppato?
I ricercatori di Urban Interaction Design, organizzatori dell’evento, cercano di trovare le risposte a questa domanda realizzando un progetto che ha l’obiettivo di analizzare la relazione tra uomo e tecnologia all’interno di città digitalmente connesse, focalizzando l’attenzione soprattutto su la variabile umana e sui comportamenti che assume nei contesti urbani in continuo cambiamento, non tralasciando l’aspetto ambientalista.
In sintesi, l’Interaction Design è un campo di ricerca in continua crescita che studia i fenomeni che avvicinano la specie umana al cambiamento digitale dell’ambiente che lo circonda, senza trascurare gli aspetti della sostenibilità, tema molto sensibile soprattutto per quelle città e metropoli in cui il traffico congestionato di autoveicoli, infrastrutture fatiscenti e in molti casi carenti, costituisce la vera spada di Damocle per la questione ambientale e per la qualità di vita dei cittadini.
“E’ giusto che al progresso non bisogna frapporsi, ma è pur sempre vero che viviamo un’epoca in cui i continui cambiamenti climatici e l’estrema digitalizzazione hanno posto i ricercatori davanti a notevoli dubbi circa l’efficacia delle innovazioni tecnologiche e gli eventuali rischi che potrebbero derivarne”.
Lo chiediamo a Gianluca Zaffiro ricercatore di Telecom Italia della funzione Future Centre di Innovation.
In che maniera il progetto dell’Urban Interaction Design, può contribuire a migliorare la vivibilità delle grandi Città anche in termini di minor impatto ambientale?
Con il lavoro degli UrbanIxD, notevoli passi avanti sono stati fatti nel creare una relazione tra uomo e città sempre più bisognose di miglioramenti infrastrutturali. Per esempio sono stati sviluppati progetti per la gestione del traffico cittadino che permettono una migliore e più sicura viabilità, addirittura grazie al potenziamento della rete in fibra ottica e alle apparecchiature GPS e WIFI si stanno sperimentando, in alcune città del nord dell’Europa, sistemi di CarSharing on-demand e di controllo della viabilità urbana tali da ridurre notevolmente la circolazione di autovetture su strada, con una notevole diminuzione di consumo di carburanti fossili. Oggi, continua Zaffiro, il vero problema non è aumentare le risorse e le strutture che già esistono, il vero problema è renderle più efficienti. Se si parte dal presupposto che la tecnologia oggigiorno esiste ed è sempre più evoluta, il compito dei ricercatori e degli Interaction Designer è proprio quello di renderla più efficiente, meno dispersiva e alla portata di tutti, con particolare attenzione anche alla salute degli esseri viventi.
“Insomma, il metodo si basa essenzialmente nella ricerca di correttivi da apportare sia dal punto di vista dell’essere umano che tecnologico, e nel ricercare il punto di coesione tra variabile umana e digitale. E se a prima vista le idee e i progetti dibattuti al Future Centre di Telecom Italia visionano un futuro distante dalla realtà, con questo simposio si è dato il via a una serie d’iniziative che intendono convogliare l’interesse verso le Istituzioni e le Amministrazioni Pubbliche Cittadine”. Dice Giampaolo Balboni responsabile della funzione Future Centre di Innovation.
Come nasce il progetto UrbanIxD?
Grazie a una serie di finanziamenti dell’Unione Europea si è dato il via a una serie d’iniziative necessarie a trovare la giusta relazione tra cittadino, amministrazioni pubbliche e nuove tecnologie. Relazione, questa, ancora molto inefficiente nel nostro Paese. E Telecom Italia, partner di UrbanIxD, ha pensato di ospitare presso il Future Centre tutte quelle realtà, la maggiore parte del nord dell’Europa, che collaborano al progetto.
Se questa relazione è ancora molto inefficiente nel nostro Paese, rispetto al nord dell’Europa quale posizione occupa l’Italia?
Anche se esiste un gap rispetto ad altri paesi dell’Unione, non facciamo una questione di posizioni di classifica. Il problema non è la mancanza di nuove tecnologie disponibili. E’ un problema di mentalità e di come le nuove tecnologie sono messe a servizio della collettività, spesso, senza un efficace piano di applicazione.
E l’evento del Future Centre, può influire nell’immediato futuro ad attuare progetti espressi oggi solo in teoria?
Il percorso della Tecnologia va avanti comunque. Il compito che vogliamo assumere è di orientarlo verso soluzioni non solo sperimentali, ma incarnate in processi e meccanismi d’innovazione che migliorano l’esperienza complessiva. E il nostro paese è pieno di cose tecnologiche fatte e mai integrate con il tessuto sociale.
L’approccio di questo progetto è di creare una pervasività delle tecnologie facendole interagire con l’utente finale.
– Queste sono le impressioni di alcuni degli esperti in materia, che concordano alla fine della giornata, dopo gli interventi di tutti i relatori, verso il concetto di “Ibrido”: creare un tutt’uno tra uomo e città attraverso l’interazione e l’interrelazione tra mondo reale e digitale.
Per finire, mi domando: Come sarà vivere in una città del prossimo futuro in cui ogni cosa è misurata e calcolata? Dove le opinioni dei singoli e il confronto nato dalla rete faranno da guida? Quando pensiamo al valore che assegniamo ai dati, quali nuovi rituali potranno emergere intorno al nostro bisogno di condividere? E quali saranno le conseguenze sulla nostra capacità di giudizio di fronte a questa quantificazione?
Se per l’Urban Interaction Design la Tecnologia pone al centro del suo universo l’Uomo, allora saremo tutti i benvenuti nella Città Ibrida
Tag:Città Ibrida, city, Dan Hill, data, future, Future Centre, giampaolo balboni, Gianluca Zaffiro, ibrido, INTERACTION DESIGN, spazio urbano, Telecom Italia, Venezia