La nostra istruttrice di Yoga ci invita sempre, durante le sedute, a partire dalla linea portante del nostro corpo, la colonna vertebrale, per addentrarci poi ‘con gentilezza’, attraverso i vari esercizi, in luoghi-parti interiori del nostro corpo mai percepiti, sconosciuti da sempre alla nostra consapevolezza corporea eppure assolutamente preziosi e importanti per il nostro armonioso vivere quotidiano. Questa ‘aurea’ raccomandazione mi viene in mente quel giorno in cui percorro e dopo un po’ lascio la strada Romea, la litoranea da Venezia a Roma, asse portante per secoli di storia per il viaggio di pellegrini, mercanti, eserciti e turisti di ogni genere.
Abbandono dunque questa movimentata arteria e mi addentro nel Parco del Delta del Po, ai confini della Pineta di San Vitale e delle Valli di Comacchio, tra Porto Corsini, Marina Romea e Marina di Ravenna: la carta mi informa che sono a Baiona. Trovo un paesaggio dove le pinete si alternano a bassure palustri e valli d’acqua dolce, dove una vasta estensione di acqua semi-salmastra è collegata al mare da un canale che raccoglie un’altra serie di canali aperti a ventaglio nel bacino. Durante l’alta marea le acque dei fiumi, a causa della debole pendenza, non riuscendo a defluire in mare, ristagnano in queste zone e solo con la bassa marea vengono smaltite. Mi viene spiegato che la Baiona è un genere di territorio del tutto particolare, è una “pialassa”, dall’espressione veneta ‘piglia e lascia’: è anzi la maggiore delle “pialasse” attualmente superstiti (1.283 ha).
Nel prosieguo di questa stupenda esplorazione, muovendomi verso la parte orientale di questa riserva, vengo fatta salire su una barca e raggiungo, incastonata in uno degli ambienti più suggestivi di tutta l’Emilia Romana, l’isola degli Spinaroni (termine che trae origine dall’Olivello spinoso), un’isola immersa in una laguna sempre cangiante nei suoi splendidi colori, una laguna che vive e respira, che prende e lascia acque diverse, con canali, bacini lagunari, zone acquitrinose in cui puoi scoprire ed ammirare la salicornia erbacea, pianta che forma dense distese assumendo in particolari stagioni un acceso colore ramato. Una laguna viva perché abitata da fenicotteri, aironi, anatre e specie rare di uccelli insieme a libellule e farfalle ospiti stabili sulle rive della “pialassa”.
Una meta ideale dunque per attività di birdwatching e per scattare splendide fotografie naturalistiche aventi per soggetti eleganti cigni, immensi stormi di fenicotteri, aironi bianchi e cinerini; e poi la la “volpoca”, l’anatra, il germano reale, gallinelle d’acqua, gabbiani. Ecco perciò un luogo sperduto e sconosciuto, ricco di praterie uniche per immergersi nella natura, in un’area deltizia nata dall’incontro fra l’ambiente d’acqua dolce, quello marino e quello delle terre emerse. Non un deserto dunque ma un ambiente straordinariamente vitale.
Spinaroni, un gioiello naturalistico ed insieme una importantissima isola nel non lontano periodo della seconda guerra mondiale: in essa infatti si rifugiarono i partigiani che si opposero all’invasione nazista e lottarono per la liberazione di Ravenna dal ’43 al ’45. Tutto questo ci viene ricordato dalla presenza di un capanno, nello stile dei capanni di valle storici, protetto dall’acqua e dalla passione antifascista. E’ un edificio grande, in legno, ha una tettoia davanti all’entrata, i muri sono in abete rosso lamellare, i rivestimenti interni ed esterni sono in larice; il tetto è di canna palustre alto 30 centimetri.
È uno dei luoghi simbolo della Resistenza. Basta chiudere gli occhi e pensare alla radio posizionata al suo interno che trasmetteva agli Alleati preziose informazioni in codice perché potessero avanzare velocemente e con i minori rischi possibili. Riassume perciò in qualche modo il ricordo della storia della guerra partigiana in questa regione e della lotta di liberazione della comunità ravennate. La storia di Bulow, della 28° brigata Garibaldi.
Un impegno straordinario contro ogni forma di dittatura che vuole essere ricordato da tutta l’Unione Europea attraverso il finanziamento dei lavori per il rifacimento del capanno e, dal 2011, la concessione della sua gestione al’ANPI, associazione impegnata da sempre a mantenere vivo il ricordo delle tante persone che hanno lottato per la libertà.
Un’isola dunque davvero unica, un viaggio che è una vera scoperta nella sua duplice dimensione, naturalistica e storica.
Mentre il sole comincia a tramontare raggiungo Marina di Ravenna, un modernissimo porto turistico con 500 posti barca, un’eccellenza in ambito nazionale, capace di regalare anche il piacere di una rilassante passeggiata tra locali, ristoranti e pescherie tipiche simili a vere ‘gioiellerie’.
E dopo la gustosa cena in pochi minuti raggiungo la città di Ravenna, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, proiettata nel futuro con la candidatura per il 2019 a capitale europea della cultura. Nei pressi della tomba di Dante Alighieri un gruppo di giovani musicisti e studenti si cimentano in una parodia teatrale. A conclusione della giornata non manca un aperitivo fuori dal comune, un elegante bar proprio adiacente al palazzo comunale. Una parodia romagnola di sapori, dalle semplici piadine ai più raffinati sformati, annaffiati dai vini delle colline di Bertinoro.
Aveva davvero ragione la nostra istruttrice di yoga: la scoperta di luoghi per lo più a noi sconosciuti eppure assolutamente ricchi e preziosi di mille realtà sono condizione imprescindibile per il nostro ‘armonioso’ vivere quotidiano.
(foto di Lorenzo Manes)
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