Oggi in tutto il mondo, milioni di persone sono prive di acqua potabile. L’acqua potabile di scarsa qualità o contaminata può avere anche gravissime ripercussioni sulla salute ed essere causa di malattia. Si può parlare di depurazione delle acque tramite un depuratore, che è un dispositivo che serve per eliminare impurità o sostanze inquinanti dell’acqua, ma non è molto caro e di difficile utilizzo su larga scala.
Ci rendiamo conto che esiste quindi l’urgente necessità di trovare nuovi metodi per la potabilizzazione delle acque, più pratici ed economici di quanto disponiamo attualmente. Come anticipato, Kickstarter è un ottimo modo per le piccole imprese di condividere le proprie idee con il mondo acquisendo fondi necessari per poterle realizzare e vendere.
Negli ultimi articoli di questa rubrica abbiamo condiviso alcuni interessanti progetti diffusi su questa piattaforma di Crowdfunding, questa volta abbiamo individuato un dispositivo di depurazione delle acque che ha attirato la nostra attenzione: la bottiglia d’acqua Grayl Ultralight.
Nei primi mesi del 2016 infatti, Grayl, una società con sede a Seattle fondata nel 2012 dal CEO Nancie Weston, a causa dell’apprensione per l’inquinamento provocato dalle bottiglie d’acqua di plastica, ha lanciato una campagna di grande successo sulla piattaforma Kickstarter promuovendo il suo ultimo prodotto: una bottiglia in grado di rimuovere praticamente tutti i batteri nocivi, virus e protozoi da qualsiasi fonte di acqua in meno di 15 secondi, senza bisogno di batterie, prodotti chimici o luce ultravioletta.
L’azienda Grayl afferma che il filtro della borraccia Ultralight è in grado di rimuovere il 99,9999 % di tutti i virus, tra cui l’epatite A, Sars, Rotavirus ed altri, poiché è dotata di un sistema di purificazione ad ampio spettro e filtrazione. In altre parole, rimuove anche le particelle come limo, sostanze chimiche come il cloro e metalli pesanti come il piombo.
L’innovazione di questo progetto è che a differenza di molti prodotti della concorrenza che filtrano solo una manciata di questi agenti patogeni, la borraccia Ultralight elimina praticamente tutto ciò che può essere considerato dannoso, lasciando solo ottima acqua potabile.
Quindi, come funziona? Utilizzare la borraccia Ultralight è veramente facile e veloce. Si riempie il contenitore con acqua fino ad una linea chiaramente visibile sulla parte esterna del contenitore, poi si inserisce lentamente il modulo di purificazione e si preme verso il basso il filtro, operazione che richiede soli 15 secondi.
Si vedrà poi l’acqua che comincerà a filtrare attraverso il filtro a carbone, saranno 16 once di acqua potabile sicura. Sarà anche evidente in una seconda camera situata sopra il filtro, il particolato e tutte le sostanze nocive eliminate. Grayl dice che il filtro che viene fornito con il Ultralight può essere utilizzare circa 300 volte, ovvero per depurare 40 litri di acqua.
La bottiglia è decisamente facile da trasportare, molto leggera, pesa infatti solo 309 grammi ed anche abbastanza piccola, solo 24.5 centimetri. È disponibile in due colori, arancione e nero ed ha un coperchio con una maniglia che è perfetta per poter appendere con un moschettone la borraccia a qualsiasi supporto.
Quando è stata lanciata la campagna su Kickstarter, i creatori della borraccia Ultralight avevano sperato di raccogliere $25.000. Al contrario, hanno ottenuto più di 220,000 dollari, raggiungendo un grandissimo successo.
Siamo convinti che l’iniziativa della Grayl potrebbe essere molto utile in caso di emergenze in cui l’accesso all’acqua pulita è impossibile o, magari, potrebbe anche rappresentare una soluzione alla carenza di accesso in caso di emergenza.
Infatti ci piace pensare che questi tipi di progetti innovativi possano essere utilizzati anche da quelle persone che vivono in aree remote dove l’accesso all’acqua pulita è limitato o inesistente, oltre che ad essere un’alternativa molto valida alle numerose bottiglie di plastica che inquinano i nostri oceani.
Credete che i buyers italiani si siano fatti avanti nel finanziare questo prezioso progetto? Cosa ne pensate?
Tag:acqua, ecosostenibilità, sostanze chimiche