Non c’è nulla che possa preparare al timore reverenziale che un’escursione a Cava d’Ispica incute. Questa valle, lunga 13 Km, taglia da nord a sud la campagna che va da Modica a Ispica. Si tratta di luogo ricco di grotte di straordinaria importanza storico-archeologica: si va infatti dall’Età del Bronzo alle occupazioni greche e romane, fino al ventesimo secolo.
La prima volta che si posano gli occhi su queste caverne, si rimane compiti dalla loro ampiezza: alcune di loro, collegate tramite lunghe scalinate, si estendono su quattro-cinque piani. Un sito mozzafiato, immerso nella bellissima campagna siciliana di cui si sente tanto parlare… I colori, poi, sono davvero spettacolari: i verdi della lussureggiante vegetazione, l’azzurro intenso del cielo e il bianco delle case tutt’intorno.
Cava d’Ispica è un luogo importante non solo da un punto di vista archeologico ma anche da quello più strettamente biologico, in quanto al suo interno convivono molte specie della flora e della fauna mediterranee.
A causa del clima caldo e secco della Sicilia, le foglie di molte piante si sono adattate a crescere in queste condizioni: lo si deduce dal lato superiore, duro e ceroso (che le protegge dai raggi solari) e da quello inferiore, leggermente peloso, che assicura il trattenimento di quanta più acqua possibile. Per non parlare dell’Opuntia ficus-indica (volgarmente, fico d’India) o della Ceratonia siliqua (il carrubo), di cui la Cava è ricchissima. Si dice che i semi del carrubo siano stati utilizzati, in origine, come misura per i carati d’oro. Peccato che di oro se ne sia trovato ben poco!
Per arrivare a queste magnifiche grotte, si devono oltrepassare molte ville, aranceti e mulini abbandonati. Quelle risalenti all’Età del Bronzo sono raggruppate in piccoli insediamenti, una ventina in tutto. Le comunità che le abitavano viveano di pastorizia. Il fondovalle, invece, una volta era un fiume, sul quale navigavano piccole imbarcazioni a scopi commerciali. Ogni grotta era la dimora di una famiglia o di un gruppo di massimo dieci membri. Questo fino al 1950.
Quella delle grotte è un’incredibile testimonianza del – precossimo – genio umano. Il silenzio di questo luogo, poi, è impressionante. Tutto che si sente è il rumore lontano dell’acqua e il verso occasionale di qualche uccello. Trovandosi in luogo ancestrale come questo non si può fare a meno di evocare gli spiriti di coloro che lo abitarono e, alla fine – nel momento in cui si dice addio a Cava d’Ispica – tutto quello che rimane è un grande senso di pace.
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