“Il momento perfetto per osservare è il pomeriggio, quando la banchina è deserta e c’è silenzio. Anche da lontano riuscivo a ricordare la consistenza di quella quiete, come una stoffa tra le dita che si srotola piano”, Antonella Anedda da IsolAtria.
Il campanile della chiesa di La Maddalena si fa sempre più piccolo mentre il traghetto lascia il porto.
Osservo la scia che lascia nel mare, piatto come una tavola in questo giorno di metà agosto, piano piano ripercorro con la mente le immagini dei momenti passati in quest’isola. Chi ci sbarca per la prima volta non so bene cosa si aspetti da questo luogo, di certo non è consapevole che anche lui o lei, esattamente come me in questo momento, alla partenza, osservando quel campanile, proverà lo stesso sentimento di distacco e malinconia. Non è la prima volta, ero preparata, eppure la storia si ripete ogni volta. Strani posti le isole, hanno la capacità di entrarti dentro e forse più sono piccole più occupano spazio dentro di te. Non so cosa sia, ma si crea un legame. Tutto è alla tua portata, nulla ti viene tolto, né spazio né tempo.
All’arrivo, mentre dalla ringhiera del traghetto osservi il paese in lontananza, ciò che ti colpisce maggiormente è il colore. Le tonalità di rosa, bianco e giallo tiepido delle abitazioni, si sposano bene con la natura circostante e con i maestosi massi di granito, ma sei ancora lontano e non metti a fuoco nel suo insieme l’architettura del posto. È diversa da altri posti, relativamente giovane ma ricca di dettagli. Camminando per la lunga via centrale, sollevando lo sguardo, puoi ammirare parecchi stucchi che come fossero dei disegni, sembrano voler raccontare la storia di questo luogo. Vitale in estate via Garibaldi, la mattina incontri, strette di mano e momenti seduti per un caffè ti fanno sentire come sul terrazzo di casa, così esposto ed intimo allo stesso tempo. Lasciando la via principale e spostandoti verso le vie più strette, che si dirigono verso la parte più alta dell’isola, fuori dalle casette dei pescatori puoi trovare gli attrezzi del mestiere lasciati ad asciugare a vista, quasi a rimarcare una delle vocazioni principali presenti in questo luogo.
Seduta sulla spiaggia lo sguardo si perde in un mare infinito, niente case a disturbare la pace dei litorali, ma solo granito ed una foltissima macchia mediterranea.
L’odore dell’elicriso lo riconosceresti tra mille. Il vento te lo riporta sotto il naso ogni volta che sembra essersi assopito. Il maestrale può tenerti compagnia per tanti giorni, ma il suo rumore, quando agita le piante fa parte di questo contesto. Non sarebbe La Maddalena senza di esso. Dalla riva conti i pesci, l’acqua trasparente ti svela un mondo sotterraneo ricco di colori e di vita. L’acqua è fresca e salatissima, più che in altri posti.
Vengo qui ogni volta che ho bisogno di fare pace con il mare, come se fosse colpevole di attirare così tanta attenzione, tra sfruttatori, stabilimenti, sporcatori e approfittatori, parcheggiatori abusivi legalizzati e quant’altro. Vengo qui perché ti senti libero, la spiaggia non è una proprietà ma una risorsa speciale messa a disposizione per tutti.Vengo qui per poter dire ogni tanto anche io “guarda che mare”!
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