Quando sono venuta a vivere in Emilia, quasi 6 anni fa, ero pronta a perdermi tra portici e viuzze che ricordavano molto del Medioevo e dell’età comunale dell’Italia. Quello che mi ha sorpreso è stato ritrovare in questo territorio tanti piccoli pezzi di un Rinascimento di spesso non si considera come meriterebbe.
Parlo di quel periodo fatto di Rocche, di principi e di palazzi dai cortili monumentali e pieni di storie da raccontare.
Il primo di questi lo ritrovai proprio nella città nella quale abito ora: Carpi.
Il mio compagno mi raccontò dell’enorme Piazza Martiri che, stando qualche statistica, dovrebbe essere la seconda più grande d’Italia. Ma non ricordo la categoria. In effetti, il luogo è proprio immenso e sembra una sorta di cornice capace di far viaggiare nel tempo chi la osserva: arrivando dal corso principale ci si trova sulla sinistra il portico del 1300 circa.
Davanti all’osservatore si trova il Duomo che, oggi, si mostra neoclassico ma che ha sicuramente tanto Rinascimento nelle sue vene. Quest’ultimo periodo è portato in trionfo dalla Rocca, che i Carpigiani chiamano Castello o Palazzo dei Pio. I Pio erano la famiglia che comandava da queste parti attorno al 1500.
Questa rocca porta in sé 11 epoche di costruzione diverse e quello che si vede ora è il risultato di una costruzione Rinascimentale, ripresa e ristrutturata in epoche più recenti. Non so voi, ma io ho sempre sognato di vivere in un luogo dove c’era un castello ed ora è così!
Nel Palazzo dei Pio tengono mostre e un’ala intera della costruzione è dedicata al Museo del Deportato, un luogo davvero forte e fondamentale allo stesso tempo.
Nei miei giri emiliani, fatti per esplorare il territorio attorno a me, ho scoperto un’altra rocca che ha saputo farmi dire “Ah però“. Si tratta di quella di Novellara, paese a poca distanza da Carpi e già in provincia di Reggio Emilia.
Novellara è famosa per i Nomadi (Augusto Daolio viveva qui) e per un festival celtico che si svolge d’estate.
La sua Rocca si trova leggermente fuori centro ed è un altro bellissimo simbolo di architettura rinascimentale emiliana. Ora è sede del teatro cittadino e di alcuni uffici comunali ma resta un luogo piacevole da vedere e da ammirare, anche per la coesistenza di generi architettonici diversi.
L’Emilia intera pullula di Rocche e portici e l’ultima che ho pensato di indicarvi è quella di Vignola, che ci fa tornare in provincia di Modena. Ho visto la Rocca di Vignola per la prima volta in una sera d’inverno. Mi è sembrata fiera, ferma, bel salda e totalmente pronta alla difesa della città.
Venne costruita nel 1400 per opera di un parente della famiglia Estense. Passò di mano in mano e si arricchì di bellezza e opere d’arte. Alcuni affreschi sono visibili dall’esterno e sono stati capaci di catturare la mia attenzione per un bel po’ di tempo.
Se c’è una cosa che vivere da queste parti mi ha insegnato è girare sempre con gli occhi aperti e curiosi.
Spesso ci dimentichiamo della bellezza che ci sta accanto perché siamo entrati in una fase di “cecità cognitiva” verso ciò che ci circonda: palazzi, vie, boschi, campanili, campagna piena… ogni cosa che il nostro sguardo coglie quotidianamente entra in una cartella delle nostra mente che si chiama “quello che vedo tutti i giorni e che non ha importanza“.
Invece sono proprio queste piccole cose ad avere un gran significato perché ci circondano e sono capaci di rendere la nostra giornata più sorridente perché, ognuna a suo modo, sono belle.
Ecco perché ho voluto scrivere questo post: per ricordare a me stessa, per prima, che c’è una piazza immensa là fuori a Carpi e che posso trovare la bellezza anche là.
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