‘Non conosco nulla di più bello ed insieme originale, movimentario, fertile e selvaggio della strada che porta da Catania a Nicolosi, attraversando, volta a volta, distese di sabbia, oasi di aranceti, fiumi di lava, appezzamenti di colture, muraglie di basalto…’, scrisse Alexandre Dumas nel 1860. Proprio lungo questa idilliaca strada si trova Mascalucia, un villaggio dimenticato alle spalle dell’Etna [per saperne di più, leggi l’articolo di Orazio Fogliano, n.d.r.]
Dei molti turisti che vengono in Sicilia per scalare il vulcano, pochi fanno una sosta a qui. Il vantaggio è – come mi* assicurano le mie guide Nino e Orazio – quello di scoprire, attraversando a piedi le tranquille vie del paese, la Sicilia più autentica. Non ci sono ristoranti con menù turistico, non c’è ressa; solo gli abitanti sul colorato sfondo, quasi cinematografico, del paese siciliano.
Il paese non è grande. Per questo camminiamo a “passo italiano” durante questo dolce pomeriggio. A un certo punto incontriamo Francesco, un anziano abitante che si presenta come l’unica vera “guida turistica” del luogo.
Non solo, alla fine, ci seguirà per tutto il pomeriggio ma ci parlerà di ogni cosa che incontreremo. Francesco, infatti, conosce molte cose e ciò che per il nostro gruppo è storia, per lui è ricordo d’infanzia.
La passeggiata si snoda lungo le seguenti strade: Via Etnea, Via Santa Lucia, Via Soprarie e Via Amantia. Il punto di partenza (e di arrivo) è Via Etnea, dove si trovano le due chiese principali, tra cui la Chiesa Madre, dedicata a Santa Maria della Consolazione.
Con una guida come Francesco, scopriamo rapidamente la ricca storia di Mascalucia, il cui nome significa “paese dei 100 palmenti” [luoghi in cui avviene la pigiatura dell’uva, n.d.r.]. Basta dare un’occhiata all’interno delle case per notarne molti.
Bellissime le chiese costruite in morbida pietra gialla e rosa; ma i vicoli sono una festa per gli occhi! I muri hanno colori vivaci e durante il percorso ci imbattiamo in case, portoni e archi in pietra nera, la quale ci ricorda che l’Etna è sempre vicino. Visitiamo anche un vigneto all’interno di una villa aristocratica, che si trova nel centro del paese, e godiamo della street art locale.
Concludiamo la giornata con una puntatina all’agriturismo Villa Trinità, di cui la famiglia Bonajuto è proprietaria da almeno otto generazioni. I Bonajuto amano dilettarsi nel racconto della lunga storia della loro famiglia: essi discendono dai nobili spagnoli Bonajuto, che già nel XIV secolo erano in Sicilia. La villa venne costruita nel 1609 ed è un meraviglioso esempio di villa aristocratica siciliana.
Vorremmo rimanere qui ancora un po’ ma la seguente scoperta ci attende!
*L’articolo originale (in olandese), è di Willemijn Van Dick, blogger per ciaotutti.nl
** Slow Tourism segnala tre B&B sostenbili, che si trovano a Trecastagni (CT):
Per scoprire qualcosa in più su Mascalucia leggete anche: http://www.itineraryplanner.it/itinerario/le-vie-del-vino-di-mascalucia/
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Tag:catania, Chiesa Madre, Mascalucia, Sicilia, slow tourism, street art