“Pochi lo sanno, e forse neanche voi: a Venezia ci sono più di cinquecento giardini! Segreti, quasi tutti, perché nascosti dietro nobili facciate di palazzi o nel fitto labirinto di calli e canali.”
Con questa accattivante introduzione Mariagrazia Dammicco presenta un interessante ed apprezzato libro, “Guida ai giardini di Venezia”, già tradotto anche in inglese.
Ed oltre a scrivere libri l’associazione wigwam il pomeriggio di domenica 22 settembre ha organizzato una bellissima festa di fine estate negli Orti di Palazzo Minotto (ricordate? proprio il l giorno della polemica nazionale per la presenza massiccia delle grandi navi in laguna…).
Ci siamo dunque ritrovati in questo giardino-orto davvero nascosto, segreto, raggiunto oltrepassando un ‘portoncino malandato’ tra i canali ed i calli di Dorsoduro, accolti da un appassionato gruppo di volontari che ha saputo prodigarsi con grande semplicità ed altrettanta efficienza nel farci ‘gli onori di casa’.
Gabriella Bondi, l’architetto che ha progettato e curato la realizzazione di questo ed altri giardini veneziani, dopo averci fatto un rapido excursus storico di come si presentava quello spazio nei vari secoli della ricchissima storia veneziana, ha sottolineato una peculiarità di sempre degli orti di questa città: l’unione costante di una parte ‘colturale’ (funzionale anche all’approvvigionamento alimentare nei numerosi periodi di assedio succedutisi nel corso degli anni) con spazi dedicati alla piantagione e coltivazione di piante rare provenienti dai luoghi esotici più disparati (spezie rare, narcisi dell’oriente e ciclamini di Persia, per esempio).
Ci ha parlato poi della specificità dell’orto sperimentale, del metodo sinergico e del concetto di Giardino in movimento: una vera lezione ‘accademica’ offerta a noi comuni mortali con grande garbo e straordinarie capacità nel farsi comprendere.
E dopo la lezione la visita diretta all’orto ed ai giardini, una graditissima ed apprezzata degustazione seguita poi da un piacevole concerto offerto ai presenti dal Piccolo Coro di Marghera (diretto dal M° Guglielmo Pinna) con un repertorio particolarmente originale di canti popolari (e poco noti) del ‘700 veneziano.
E a conclusione di tutto anche un piccolo cadeau per ciascuno dei presenti: bustine con semi di piante diverse, dalla Valeriana al Ramolaccio e mille altre, quasi ad invitare i partecipanti a proseguire nel proprio piccolo lo straordinario lavoro svolto da questa Associazione.
Grazie a tutti dunque per questa splendida opportunità offertaci di conoscere ed incontrare una Venezia diversa, discreta, capace ancora di sorprendere: l’Associazione infatti, oltre al grande lavoro di coltivazione/mantenimento dell’orto, propone anche itinerari tematici, eventi culturali e visite guidate particolarmente richieste anche da gruppi stranieri.
E complimenti a Mariagrazia e a Gabriele (musicista ed espertissima fotografa come il libro sopra citato ben evidenzia), a Gabriella ed alle tantissime persone impegnate nel progetto e doverosamente menzionate in quel pomeriggio.
Un impegno ed una attività del resto carica per ognuna di loro, come è stato detto, di un significato non solo naturalistico-botanico ma anche esistenziale: non a caso la loro pubblicazione recita in apertura questa bellissima dedica: “ A tutti coloro che coltivano giardini. Di terra e dello spirito”.
Tag:giardini segreti, Mariagrazia Dammicco, Venezia, wigwam