Trasformare le ferrovie abbandonate in piste ciclabili: ci hanno pensato in Piemonte, dove nei giorni scorsi è stato approvato un emendamento collegato alla manovra finanziaria 2013, che punta al recupero dei binari dismessi da almeno 10 anni. L’obiettivo è creare dei percorsi ciclabili che intersechino quelli storici e culturali delle città piemontesi, creando una rete di mobilità sostenibile e turistica sia per i turisti e che per i piemotesi.
La tecnica da attuare nel progetto Greenways è unica nel suo genere: nessun materiale inquinante, ma pannelli di gomma dalla larghezza di tre metri, da “adagiare” sulle rotaie, creando così un itinerario percorribile in entrambi i sensi di marcia. In questo modo, potrebbero essere collegate ben 26 tratte tuttora inutilizzate.
E il progetto piemontese fa il paio con Ferrovie abbandonate, un progetto dell’associazione italiana Greenways che, dal 2011, individua e cataloga i tracciati ferroviari dismessi su tutto il territorio italiano: per segnalare dei luoghi ancora non battuti dall’associazione basta compilare un modulo on line.
“Stiamo lavorando a un progetto sperimentale di questo tipo già da diversi mesi -ha spiegato l’assessore al Turismo Alberto Cirio, promotore del progetto- discutendone anche con Rfi per ottenere un comodato d’uso gratuito delle tratte ferroviarie dismesse. L’obiettivo è quello di restituire alla natura e ai cittadini aree altrimenti condannate al degrado”
Il progetto piemontese presenta una serie di vantaggi rispetto ad altri: primo fra tutti, il contributo delle aziende piemontesi, leader nei settori della gomma e della plastica, alla costruzione dei pannelli. In secondo luogo, il proprietario delle tratte, Rfi, potrà rimuovere i pannelli in qualsiasi momento: il processo reversibile garantisce un bassissimo impatto ambientale e la possibilità di far tornare le rotaie al loro uso originario.
“Useremo una pannellatura in gomma adagiata a incastro sulle rotaie, con un diametro di circa tre metri, comodo per rendere la pista percorribile in entrambi i sensi di marcia. Anche i tempi di realizzazione sarebbero brevi e la Regione potrebbe sostenere economicamente il progetto attraverso i fondi Fas per il sistema turistico, coinvolgendo tra gli altri il sistema produttivo, dal momento che esistono aziende piemontesi leader a livello internazionale nel settore della gomma e della plastica”
I costi, malgrado il basso impatto economico e ambientale, restano comunque alti. Ad esempio, per la tratta Alba-Canelli – uno degli itinerari centrali perché immerso nei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e candidato a diventare patrimonio dell’umanità Unesco nel 2014- si parla di un milione di euro. Cifre destinate a lievitare nel caso in cui si modifichi il percorso originario della tratta.
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