Ricordate l’Ecolocanda al Borgo di Vallebona? Tempo fa abbiamo intervistato la proprietaria Claudia, la quale oggi ci manda qualche novità, per tutti gli amanti della bicicletta e del buon cibo.
ECOLOCANDA E LE BICI
EcoLocanda Al Borgo si sta attrezzando per ricevere i turisti che la vogliono raggiungere in bicicletta: è stato approntato uno spazio per il riparo delle bici, abbiamo preparato la colazione del ciclista e stiamo mappando dei percorsi inediti, che si possono percorrere ad anello con partenza e arrivo all’EcoLocanda. Sono strade panoramiche, alcuni tratti si trovano in mezzo al bosco e quasi per l’intero percorso sono contornate dalla flora della macchia mediterranea. Ci sono, lungo il percorso, punti storici ma soprattutto percorsi poco battuti e non ancora conosciuti dalla massa e che richiedono un minimo di allenamento per i tratti in salita.
Le mappe che stiamo preparando saranno complete di foto e note sul paesaggio che vi accompagnerà durante l’escursione, i km percorsi, i tempi.
Da questi percorsi poi è possibile accedere ad altri sentieri che portano nelle vallate adiacenti e che le collegano tra loro.
Nei dintorni sono presenti numerosi sentieri per mountain bike e, per chi lo desidera, è possibile avere una guida o un istruttore che accompagna nelle escursioni sia fatte in bici che a piedi.
Insomma…. chiedete e vi sarà dato!
UN PERCORSO DI GUSTO
A giugno è iniziato all’EcoLocanda Al Borgo un percorso di degustazione dei nostri piatti tipici, accompagnati dai vini delle nostre terre, con il primo di quattro appuntamenti, che ha visto come protagonisti parte dei piatti più conosciuti, offerti solitamente come antipasti o merende.
Di primo acchito sembra un evento di poco conto, soprattutto per chi è del luogo, dato che viene da pensare che chi conosce i cibi e i vini sappia già di cosa si tratta… e quindi che bisogno ci sarebbe di un incontro così specifico per scoprire qualcosa che in apparenza si sa già?
In realtà è stato un viaggio in cui si è potuto assaporare, con l’aiuto di un esperto dei vini del luogo e sommelier, i piatti presentati, quali vini ne mettevano in risalto il sapore e viceversa, gustando la morbidezza e la rotondità del vino piuttosto che l’acidità e la discrepanza di sapori, a seconda di cosa si mangiava e si beveva.
È un momento in cui non sono la vista il tatto o l’udito i sensi messi in azione ma l’olfatto e il gusto, sensi che nella vita quotidiana sono, secondo me, meno ascoltati.
In questa occasione ho potuto constatare, per esempio, che non sempre il profumo di un vino corrisponde al suo gusto o che un sorso di vino termina con un sapore di ciliegie sotto spirito, che può andare bene con le patate della pasta di patate piuttosto che con i pomodori secchi o le zucchine. Per rendere più pregnante questo viaggio, è consigliato l’uso di un blok notes su cui annotare tutte le sfumature e le impressioni che ci danno i sensi coinvolti.
Per questa occasione, abbiamo scelto come vini (bianchi) il Pigato e il Vermentino, di coltivazione biodinamica, e come rosso un Ormeasco, mentre i piatti presentati sono stati: la pasta di patate, tipica di Castelvittorio, il turtun – torta di verdura, in questo caso fatta con le zucchine. Ma può essere preparata con spinaci o bietole -, la pisciarà, tipica della riviera – cioè quella che in altre parti di Italia viene chiamata pizza -. La particolarità è che da noi viene insaporita con aglio, acciughe o sarde e olive taggiasche ed è conosciuta anche come sardenaira, proprio per la presenza di sarde sotto sale nel sugo. Sembra che i natali di questa focaccia rossa siano da attribuire al capitano di marina Andrea Doria. Abbiamo poi presentato i canestrelli di Taggia, i pomodori secchi, il patè di olive e la classica torta verde preparata con le zucchine trombette di coltivazione biologica.
La peculiarità di questi piatti è che sono tutti espressione di una cucina povera e raccontano la storia di una terra aspra e dell’inventiva dei contadini, suoi abitanti.
Il prossimo incontro sarà a luglio e sarà la volta dei primi piatti.
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