
L’abbazia benedettina adiacente all’agriturismo
“Per me offerta turistica sostenibile significa non solo essere rispettosi dell’ambiente ma anche condividere il nostro tempo con gli ospiti, che non vengono da noi solo per dormire e mangiare ma per partecipare alle nostre attività“. A parlare è Rita, proprietaria di Zafferano e… dintorni, agriturismo di Castel San Felice (PG).
“Sì, noi intendiamo vivere in una certa maniera, in contrapposizione a quella che è la vita consumistica“. A farle da contrappunto è il marito Claudio, co-proprietario dell’azienda agricola produttrice di mele, ortaggi, olio, farro, erbe aromatiche e ovviamente zafferano. Le voci dei coniugi si fanno sempre più decise ed entusiaste man mano che l’intervista procede. Ancora una volta, è la passione a farla da padrona.

L’agriturismo
Rita: “Il fatto è che da noi c’è una percezione diversa del tempo: l’ospite non deve necessariamente lasciare la stanza entro un orario preciso. E poi c’è il rapporto con la natura: passeggiamo tutti insieme nel bosco e cerchiamo di riconoscere le erbe spontanee. Insomma, non abbiamo tabelle di marcia.
Per noi è essenziale che si stabilisca un buon rapporto con gli ospiti, che qualche volta sono incerti, spaventati all’idea di condividere una o più giornate con persone che non conoscono, stare alla stessa tavola e mangiare quello che c’è. Si tratta di una sorta di educazione all’affidarsi...
Per questo noi non cerchiamo mai di metterci sul loro stesso piano, altrimenti accentueremmo delle angosce anche naturali. Ma alla fine si stabiliscono sempre delle amicizie incredibili: le persone lasciano i loro contatti e spesso fanno fatica ad andarsene. Il nostro vuole essere quindi un punto di incontro tra esseri umani: dal rispetto della natura (per esempio facendo attenzione a non calpestare erbe che possono essere mangiate) al rispetto per l’uomo: tutto questo è sostenibilità”.

Una delle camere
Claudio: “Cerchiamo di trasmettere alle persone il nostro modo di vivere, fatto principalmente di manualità e lentezza. Non esiste eco-sostenibilità se non si cambia il modo di vivere, non solo l’ambiente ma anche la vita di tutti i giorni. A che serve il risparmio energetico se poi non facciamo altro che correre?“.

La raccolta degli asparagi
Di fronte alla loro determinazione, mi rimpicciolisco un po’ e fatico a chiedere a Rita e Claudio cosa singifichi per loro lavorare con amore. A prendere la parola è ancora lei, Rita: “La costanza è ciò che fa la differenza. Grazie ad essa, ognuno di noi può diventare un esempio per gli altri.
Il fatto che portiamo avanti, con perseveranza, il nostro andare contro corrente, il non voler entrare in un mercato allargato, prevede solo qualità come costanza e amore dato che, se facciamo un’analisi dei costi, la nostra scelta appare improponibile. Il nostro è un ambiente diverso da quello scelto dagli imprenditori. Comunque uno la terra se la sente dentro e tu ti senti parte della natura nel momento in cui ti rendi conto dell’importanza di osservarla e rispettarla. La natura insegna la pazienza, quella che poi trasmetti agli ospiti, rispettando i loro tempi, le loro esigenze e cercando di renderti conto di quello che vogliono, anche solo da uno sguardo“.

Sala colazioni
Del resto “poche cose più del lavoro agricolo richiedeno perseveranza“, afferma Claudio che, dopo essersi sposato, si è trasferito qui con Rita, acquisendo i campi dei suoceri e adattandoli alle esigenze della loro azienda. Il pallino per la campagna, quindi, c’è sempre stato e – come tiene a precisare lui – non sparirà mai.
Inutile dire quanto la Valnerina sia ricca di itinerari ma secondo Claudio non si può visitare un ambiente senza interessarsi alla storia e alla cultura del suo popolo. Per questo Zafferano e… Dintorni, in quanto fattoria didattica, propone decine di percorsi. Naturalmente in base alle esigenze dell’ospite: “Noi organizziamo camminate attraverso i tanti paesini medievali ma suggeriamo anche attività come il rafting o il trekking sugli asini“, racconta Rita, che aggiunge: “il viaggio non è semplicemente passare accanto a qualcosa. È calarsi in un luogo, viverlo con intensità. Io non consiglio di fare tante cose in due giorni, perché ha poco senso. Bisogna acquisire la capacità di osservare, che consenta di portarsi via qualcosa una volta che si riparte; e saper godere della natura, delle sensazioni che ci arricchiscono interiormente e permettono di tornare a casa con un’attenzione diversa, con qualcosa in più. A livello spirituale“.

I prodotti dell’azienda
Mai come oggi mi sono resa conto di quanto aprire un agriturismo non sia una cosa per tutti. Passione e costanza non sono semplici parole ma qualità innate in coloro che decidono di votare la loro vita alla natura, ai suoi ritmi e ai rapporti umani più autentici.
Per saperne di più: http://www.slowtourism-italia.org/agriturismi/zafferano-dintorni/
Tag:agriturismo, azienda agricola, Castel San Felice, Umbria, zafferano