Come tutte le fiabe che si rispettino, gli intrighi, gli amori e le guerre si svolgono in castelli e torri. Quella che vi stiamo per proporre, però, non è una fiaba, bensì un viaggio alla scoperta di posti incantevoli tra Modica e Pozzallo, passando per Scicli.
Parlando di castelli, non potevamo non iniziare dal Castello dei Conti di Modica, costruito su uno sperone roccioso: con due lati su tre costituiti da pareti a strapiombo e quasi inattacabile, esso è il simbolo visivo della città. Ciò che oggi rimane del castello è il risultato di una massiccia ricostruzione, attuata in seguito al terremoto del 1693 e, soprattutto, dopo il 1779: il progetto per la ricostruzione dell’abitazione dell’allora governatore della contea fu realizzato dal magistrum Ignazio Scifo.
Accedendo dal portale d’ingresso, curato nei minimi dettagli, si giungeva all’atrio con le sue basole a scacchiera; da qui, tramite un’imponente scala di pietra pece ner,a si arrivava alle abitazioni del governatore, composte da undici stanze, ognuna con balcone. Vi erano inoltre la cancelleria, l’archivio e la Chiesa di San Cataldo. Nella parte meridionale, c’era quello che in senso stretto veniva definito castello, ovvero il fortilizio militare composto dalle carceri, dalla casa del castellano, dalla stanza delle guardie e dalla casa del boja.
La difesa del territorio non era affidata esclusivamente al castello: presidi e attrezzati punti di riferimento per i commerci marittimi erano le grandi torri sui caricatoi; tra questi, “l’ingens et magnifica” torre di Pozzallo.
Attraversando le campagne, tra alberi di carrubi e ulivi, scopriamo altri “castelli”, ovvero le masserie: esse, una volta, erano l’espressione di un’organizzazione geo-economica legata al latifondo, la grande proprietà terriera che alimentava le rendite delle classi aristocratiche e della borghesia. Le masserie erano quindi delle grandi aziende agricole abitate, spesso, anche dai proprietari terrieri; ma la grande costruzione rurale comprendeva pure gli alloggi dei contadini, le stalle, i depositi per foraggi e i raccolti.
Una porta grande d’ingresso permetteva l’accesso al grande cortile anche alle carrozze e ai carriaggi da trasporto. In genere, una parte dell’edificio a scopo abitativo aveva uno o più piani alti, nei quali abitavano il “padrone” e la sua famiglia. I piani bassi erano adibiti all’uso abitativo dei contadini e come depositi delle provviste.
Da qualche anno, si assiste al recupero delle stesse in ambito turistico-rurale: una volta ristrutturate, esse vengono adibite a Bed & Breakfast, aziende agricole e agriturismi, mantenendo a volte lo stesso nome di masseria. Sono inoltre costruite con materiali e manufatti tipici del territorio ibleo, come la pietra pece o i muretti a secco, che un tempo servivano a delimitare le proprietà o a chiudere i bagghi, ovvero i grandi cortili interni.
Anche Scicli non scherza a castelli: Castellaccio e il cosiddetto Castelluccio o Castello dei tre Cantoni sorgono anch’essi su uno sperone roccioso sulla collina di San Matteo, a ridosso della città di Scicli. Mentre il primo sembra risalire all’poca normanna, il Castelluccio è, probabilmente, ancora più antico nel suo nucleo originale. L’attuale versione del Castelluccio è quella sigillata dal terremoto del 1963 e risale forse a un restauro del XVI secolo, che però mantenne gran parte delle strutture originarie.
Concludiamo con la stupenda Torre di Cabrera di Pozzallo, chiamata anche Torre Santa Maria della Pietà: fu costruita nel primo Quattrocento per volere del conte di Modica Bernat Cabrera, esponente di una delle più illustri famiglie catalane, i visconti Cabrera e Bas e conti di Osona. La torre ha pianta quadrata e un tempo era in una zona isolata rispetto all’abitato. L’edificio ha un’altezza di 28 mt e al suo interno è suddiviso in tre piani.
A seguito dei recenti restauri, si è dimostrato che non si tratta di una torre di difesa ma di un “palacium” che coniugava la funzione di residenza signorile con quella di punto di controllo delle granaglie e delle merci che, provenienti dall’interno, venivano imbarcate dal caricatore.Oggi la torre è Monumento Nazionale ed è riportata sullo stemma della città di Pozzallo.
Sperando che questo viaggio tra castelli e torri vi abbia reso felici e contenti… vi invitiamo a visitare questi luoghi fiabeschi ancora reali!
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