Roma, nel corso della sua storia, è stata definita dalla qualità dei suoi vuoti, tanto nel microspazio, si pensi a piazza Navona piuttosto che al Circo Massimo, quanto nelle grandi arterie verdi che si innestano fra il tessuto abitativo. Questa visione della città è sublimata in maniera emblematica dalle mappe in grafica negativa di Giambattista Nolli del 1748 che la descrive, invertendo i caratteri grafici, in base al residuo del tessuto edilizio.
Roma oggi si presenta come una metropoli di stampo europeo con una espansione radiale, spesso indeterminata e caotica, dovuto in parte alla mancata pianificazione dall’altro all’abuso edilizio degli anni della speculazione.
Gli strumenti urbanistici in atto prevedono un ulteriore sviluppo in questo senso con la creazione di 17 nuovi rioni, situati in prossimità del Raccordo Anulare con un conseguente consumo del paesaggio e dell’habitat naturale in favore della realtà suburbana, aumentando l’impatto ambientale e la maggiore lontananza dai servizi.
Il progetto ROMA 2130, in un’ottica tanto di sviluppo sostenibile della città quanto dell’ambiente circostante, si concentra nel mantenimento di ogni singola area verde combattendo il fenomeno dello sprawl urbano, favorendo la circolazione intelligente basata sulla logica del basso impatto ambientale.
Contro la logica delle città satellite, della spersonificazione, del franchising e della surmodernità, la volontà di questo progetto è quella di riproporre una condizione medievale, una nuova città compatta del futuro, configurando un nuovo limes, considerato alla stregua di quello che furono le mura aureliane nella mappa del Nolli.
Come per tutte le scienze moderne, l’idea della bigness, che è stato il modello di riferimento dell’ultimo trentennio, è decaduta in favore di una logica che vede al centro il network, così anche l’architettura ha abbracciato questa logica di integrazione, condivisione e sviluppo che potremmo chiamare, mutuando il termine dall’informatica, 2.0.
Il progetto ha come scopo principale quello di connettere in un sistema i maggiori parchi e le aree verdi situate all’interno del Raccordo Anulare favorendo la circolazione alternativa e non da ultimo una coscienza ecologica. Questo nuovo loop 2.0, laddove si svilupperà in verticale per scavalcare l’edificato esistente, senza intaccarlo in nessun modo, sarà sede di nuovi servizi e smart housing. Questo intento, oltre che sviluppare una crescita sostenibile e intelligente della metropoli, permetterà alla città di non espandersi ancora al di fuori del suo attuale perimetro, salvaguardando l’ambiente naturale esterno, imponendosi come nuovo landmark urbano, determinando, anche per le zone periferiche, una propria identità.
Gli effetti di questa strategia, oltre quelli di carattere prettamente urbanistico-architettonico, sono la trasformazione delle aree verdi interne in vere e proprie oasi ricreative, parchi tematici, arterie ecologiche; la concentrazione dei servizi, lo sviluppo della mobilità alternativa fatta di piste ciclabili e percorsi tematici e una sempre minore dipendenza dalle autovetture e dagli spostamenti ad alto fattore inquinante.
Il sogno di questo progetto non è solo quello si creare una città sostenibile, un nuovo modello di metropoli per il futuro, basata su valori propri alla sua storia, ma anche restituire il giusto spazio alla natura tanto all’interno che all’esterno del centro abitato rendendo inoltre possibile la prospettiva di veder tornare gli animali che hanno originariamente abitato questi luoghi nel loro habitat naturale.
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