Valutare l’impatto ambientale delle manifestazioni sportive, per mettere a punto strategie che ne aumentino la sostenibilità: un obiettivo ancora poco perseguito nel settore. Malgrado una nuova consapevolezza si vada diffondendo nell’ambiente imprenditoriale, con aziende e imprese che si impegnano per perseguire obiettivi green, nel mondo dello sport ancora poca attenzione viene dedicata all’argomento. Se ne parla poco, soprattutto per sport particolarmente inquinanti: ma quest’anno sembra Gran Premio di Monza abbia voluto smentire, almeno in parte, la presunta indifferenza dell’automobilismo per le questioni ambientali.
L’obiettivo è quello di ridurre l’impatto ambientale di una manifestazione dal peso notevole in termini di inquinamento: per il Gran Premio di Monza , grazie all’accordo sottoscritto dall’Automobile Club d’Italia con Eco Store, saranno piantati fino a 10.000 alberi, con lo scopo di compensare le 12.000 tonnellate di CO2 emesse complessivamente dal circuito. Nel calcolo, infatti, vengono considerate sia le emissioni delle auto durante le prove, sia quelle della gara di domenica, che quelle dei motorhome e dei veicoli tecnici dei team, per il raggiungimento dell’autodromo.
Ma quanto inquina un Gran Premio? Il primo a chiederselo è stato il professor Pierre Ozer del Dipartimento di Scienze e Gestione dell’Ambiente dell’Università di Liegi, con uno studio effettuato sul Gran Premio di Formula 1 del Belgio nel 2007. Ozer ha misurato, con alcuni limiti specificati dall’autore nelle premesse dello studio, le emissioni nocive di ogni singolo segmento della filiera.
La ricerca. Il circuito belga di Spa – Francorchamps ha alcune caratteristiche in comune con Monza: l’età, classe 1924 il primo, classe 1922 il secondo; il totale dei chilometri, 307 il primo, 308 il secondo, con un tracciato brianzolo un po’ più breve di quello belga. Naturalmente, i due tracciati hanno anche tante caratteristiche specifiche, a partire dal contesto, dalla dislocazione, dalle modifiche effettuate negli anni: i paragoni sono quindi da prendere con la dovuta cautela.
Il professor Ozer ha analizzato tutta una serie di elementi e di segmenti della filiera che gira attorno alla manifestazione belga. In primis, l’analisi dei consumi delle vetture Formula 1: per 329 km complessivi, vengono emesse nell’atmosfera 16,1 tonnellate di C02. Secondo elemento, i pneumatici e la loro distruzione: un totale di 54,4 tonnellate di CO2. Inoltre a questo si deve aggiungere la C02 emessa dagli spostamenti tecnici dei piloti e dello staff.
Terzo elemento considerato, di notevole importante, gli spostamenti del pubblico: in Belgio, nel 2007, c’erano 65.000 spettatori paganti, provenienti da diverse direzioni e con diversi mezzi. In totale, una stima di 6.273,2 tonnellate di CO2 emesse. Infine la stampa: 627 600 tonnellate di CO2 per i fotografi e i giornalisti a terra più 1,8 tonnellate per le riprese dall’elicottero per le 3 ore di gara. Inoltre, alcune voci minori: il volo degli elicotteri per il trasporto dei Vip e lo smaltimento dei rifiuti.
I risultati. Secondo lo studio del professor Ozer, il totale della C02 emessa dal solo GP del Beglio nel 2007 è di ben 8.400 tonnellate: 555 ,0 per la gara e gli spostamenti tecnici, 629,4 per giornalisti e fotografi, 6.975,7 per gli spostamenti degli spettatori, 239,9 per altri spostamenti.
A parte la ricerca del professor Ozer non ci sono altri studi in circolazione sul problema: come si nota dai dati, sono gli spostamenti del pubblico a pesare di più ed è qui che si dovrebbe intervenire con strategie mirate a ridurne l’impatto. Inoltre, la stampa è un secondo punto dolente: la seconda voce di inquinamento, anche a causa delle riprese aeree.
Gli organizzatori del GP di Monza hanno cercato di coinvolgere anche il pubblico: sul sito dell’Aci e sulla pagina Facebook “Aci Social Club”, gli utenti possono assegnare ad ogni albero il nome di un pilota delle due o quattro ruote, di qualsiasi epoca. I più votati saranno annunciati al prossimo GP brianzolo, che si terrà dal 6 all’8 settembre.
“Trasformare un evento come un Gran Premio di Formula 1 in uno spettacolo a impatto zero è una iniziativa che rientra alla perfezione nella nostra filosofia di azioni concrete per il rispetto dell’ambiente e l’ecosostenibilità.”- spiega l’amministratore unico di Eco Store, Alessandro Gerardi – “Un GP è un evento inquinante come molte delle attività che siamo costretti o scegliamo di fare ogni giorno. Riuscire a eliminare l’impatto ambientale del Gran Premio di Monza, almeno per quanto riguarda le emissioni di CO2, è straordinario ed emozionante”.
Malgrado il segnale positivo, l’impianto degli alberi sembra ancora poco per una manifestazione di questo peso, dotata di una visibilità internazionale unica. La carenza di studi del settore è un ostacolo non da poco per intervenire: per ridurre l’impatto di una sport basato sui carburanti fossili, in attesa che si faccia un balzo verso forme di mobilità più dolce, non servono soluzioni generiche, ma soluzioni ad hoc che mirino a ridurre l’impatto di ogni segmento specifico della manifestazione.
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