Credo che in pochi sappiano cosa voglia dire cenare in un luogo da cui si possono vedere, da un lato, la lava che cala dall’Etna e dall’altro la Riviera dei Ciclopi. Credo che in pochi conoscano la bellezza del vento di questa parte di Sicilia: un vento che scuote le palme. Quelle che circondano la Masseria Carminello.
È sera e sono a Valverde, comune del Catanese di cui abbiamo già parlato su ilDailySlow. Se mi trovo qui, insieme alle blogger Mosaka Williamson e Alessia Di Riaimondo, è grazie al progetto PROAGRI, che ha come scopo quello di incentivare il turismo rurale in una regione in cui il mare la fa da sempre da padrone. E in effetti siamo in piena campagna: alla Masseria Carminello è possibile mangiare pesce ma, come mi spiegano i proprietari, nonostante ci troviamo a pochi passi dalla Riviera, qui comandano la terra e i suoi prodotti.
Siedo di fronte all’immensa vetrata che dà sul mare e nel giro di qualche minuto mi arriva una miriade di antipasti dal sapore pienamente mediterraneo che, nel mio linguaggio, significa eccezionale: di cosa devo parlare? Della mortadella di asina o dell’aglio marinato? Dei pomodori secchi o del cous-cous? Della caponata o della ricotta fresca?
Un’abbondanza che – quasi – mi impedisce di proseguire. Ho detto quasi: in realtà, non ho lasciato nulla del primo, un “paglia e fieno” condito con semplici pomodori pachino. Nel frattempo, entrano due musicisti di strada che allietano la cena, dandole quel pizzico di folclore che in un ristorante italiano credo non debba mai mancare (volete vedere un brevissimo spezzone?).
In quanto tale, la masseria è anche produttrice di un ottimo vino.
Ma ciò che più colpisce è la storia di questo luogo sospeso tra mare e montagna (anzi, vulcano): è possibile scorgere ovunque le foto di famiglia e le origini fieramente contadine di questo luogo, al cui ingresso si trova un autentico carretto siciliano. Ecco cosa amo della Sicilia: questo rimanere ancorata alla tradizione, un patrimonio inestimabile che trapela in ogni dettaglio di questa meravigliosa terra.
Il nostro viaggio continua…
di Roberta Isceri
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