L’Università, luogo di incontro e formazione, laboratorio di idee e pratiche innovative: molti atenei oggi studiano la sostenibilità dal punto di vista energetico, dei consumi, delle risorse idriche. Malgrado il fermento nelle ricerche, poche università sono davvero in grado di applicare regole e codici comportamentali che aiutino l’istituzione stessa a diventare ecosostenibile: fa eccezione, in questo caso, il Politecnico di Milano.
Le istituzioni dovrebbero essere in prima fila nel sostenere, ma soprattutto nell’applicare alcune determinanti regole che riducano l’impatto delle proprie attività: è questo che hanno pensato al Politecnico di Milano, quando hanno deciso di scrivere un codice di comportamento per studenti, personale e professori: gli obiettivi sono ridurre al massimo gli sprechi e migliorare l’efficienza energetica dell’ateneo.
Eleonora Perotto, una delle responsabili del progetto “campus sostenibile” ha spiegato così le ragioni dell’iniziativa:
“Il problema è che ancora troppo spesso la gente non se ne preoccupa. Nelle ispezioni periodiche che facciamo fra uffici e dipartimenti, ci siamo accorti che molte di queste regole vengono ancora disattese: basta guardare i cestini dei rifiuti e accorgersi che quasi nessuno fa la raccolta differenziata come si deve. Del resto è la sfida che abbiamo raccolto: far sì che si possano modificare i comportamenti”
I punti del decalogo. Regole e pratiche che dovrebbero essere applicate in base al buon senso ma che spesso, per non curanza o indifferenza, vengono disattese. Spegnere tutti i computer utilizzati da studenti e professori, ad esempio, permette un risparmio annuo per pc che va dai 28 a i 56 euro.
Sempre dal punto di vista energertico, azioni come mettere il computer in stand by quando si va in pausa o staccare la spina della stampante quando non la si utilizza, garantiscono una notevole riduzione degli sprechi elettrici. Infine, durante l’inverno, anziché aprire le finestre in caso di eccessiva temperatura interna, è necessario regolare il termostato.
Per quanto riguarda la mobilità, le indicazioni del Politecnico consigliano naturalmente l’uso della bici, già molto diffuso fra i 40 mila studenti dell’ateneo, o dei mezzi pubblici. Se non si può evitare l’uso dell’automobile, è importante favorire l’auto-organizzazione dei viaggiatori, condividendo l’auto fra colleghi. In particolare, il decalogo raccomanda di non parcheggiare nei posti riservati a disabili o bici e di guidare con prudenza evitando bruschi sbalzi per ridurre al massimo lo spreco di benzina.
Capitolo riduzione delle risorse: fondamentale anche per le tasche dell’ateneo. Una serie di accortezze necessarie quando si utilizzano le stampanti: usare entrambe le facciate, stampare in bianco e nero se possibile, ridurre la grandezza dei documenti se sforano il foglio in stampa. L’attenzione agli sprechi delle risorse idriche è molto importante: evitare di tenere aperti i rubinetti quando non necessario, segnalare guasti e perdite al personale, bere acqua dei rubinetti evitando di accumulare plastica.
Ultimo ma cruciale capitolo è quello dei rifiuti. Il decalogo consiglia innanzitutto di riparare quello che è possibile riparare, anziché gettarlo: successivamente, le regole per una differenziata corretta faranno il resto. Il Politecnico consiglia in particolar modo di fare attenzione alla pulizia del vetro da mettere nel cassonetto differenziato e di separare il packaging riciclabile da riviste e libri.
Sul versante rifiuti, inoltre, il Politecnico sta sperimentando un progetto innovativo, creato nel suo dipartimento di Robotica: dei cestini smart, che comunicano quantità e peso dei rifiuti in tempo reale. In questo modo, i mezzi incaricati di ritirare i rifiuti differenziati sapranno esatta mentente quando è il momento giusto, evitando viaggi in momenti in cui i cassonetti sono vuoti o, peggio ancora, giornate i cui i rifiuti trasbordando dai cestini.
“Si tratta di modelli già sperimentati e funzionanti – spiega il professor Alberto Rovetta, responsabile del progetto – che hanno lavorato con successo all’Expo di Shanghai”
Unico neo del progetto: il costo di produzione dei robot. Ma, dall’ateneo spiegano che, grazie alla riduzione degli sprechi, potrebbero essere disponibile nuove risorse da destinare proprio al miglioramento dell’efficienza della differenziata.
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