
Alcune delle scacce della focacceria Don Puglisi
La domanda giusta sarebbe: cosa c’è di non buono? Quando si parla di gastronomia siciliana, infatti, si va sul sicuro; a partire dalle scacce (in catanese scacciate, in palermitano impanate), focacce ripiene di pomodoro e cipolla, ricotta e salsiccia o pomodoro e melanzane, per citare solo i gusti più famosi.

Arancini della focacceria Don Puglisi
Durante il blog tour del 12-15 marzo scorsi, io e gli altri blogger partecipanti siamo stati portati in veri e propri luoghi del gusto.
Per rimanere nell’ambito scacce, cito la focacceria Don Puglisi di Modica. Non solo per la bontà dei suoi preparati ma anche perché cooperativa impegnata nel sociale: alla preparazione dei piatti tradizionali, infatti, partecipano donne rifugiate che, in questo modo, hanno la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro. E noi, come giornale che si occupa di turismo lento, sostenibile e responsabile, non possiamo che appoggiare pienamente iniziative del genere.
Altro giro, altra ghiottoneria: il cioccolato di Modica. Carmelo e gli altri hanno accompagnato me, Diego, Paul, Giorgio e Cristina all’Antica Dolceria Rizza. Siamo in un angolo nascosto in mezzo a dei condomini, dove Giuseppe – nipote del capostipite Don Neli – si diletta, oltre che nella preparazione, anche nella spiegazione dei segreti di questo pregiato (quando preparato a dovere) alimento.

Giuseppe Rizza
Giuseppe ci accoglie davanti a un bancone sul quale si trovano decine di fave di cacao. Di fronte a questi pochi elementi, inizia una lunga e interessante dissertazione, che fa risalire il cioccolato di Modica agli Aztechi. E così veniamo a scoprire che la maggior parte di quello in vendita non è vero cioccolato ma un insalubre miscuglio di grassi, zuccheri e conservanti…
Inutile dire che quello vero ha una massa di cacao che va dal 65% al 90%. Il resto deve essere composto solo da zucchero e spezie naturali. E al gusto si sente: io e gli altri blogger degustiamo l’infinità di varianti, dal cioccolato al sale a quello al gelsomino, percependo immediatamente la loro diversità rispetto agli altri tipi in circolazione.
Di sera siamo a Pozzallo (RG), precisamente Al Barocco, ristorante in riva al mare. Dagli involtini di melanzane, salsiccia e finocchietto selvatico ai ravioli di ricotta con sugo e carne di maiale; dalla caponata siciliana al “cannolo al contrario”: sulla nostra tavola non è praticamente mancato nulla.
Il giorno dopo, visita all’azienda vinicola Armosa, situata tra Scicli e Pozzallo. La particolarità di questo vino consiste nel terreno in cui affondano i vitigni: la sabbia. Il motto di chi lavora alla preparazione del Siclys e del Curma (ottenuti da uve di Nero d’Avola in purezza)? “Il tempo lavori sul vino e non l’uomo”. Una filosofia totalmente slow…

Ristorante Le Baronie
Il ristorante Le Baronie di Scicli, infine, ci ha ospitati per l’ultima cena del nostro blog tour: una cucina semplice ma gustosa, quella dell’azienda che, a due passi da Sampieri e Donnalucata, ha al centro del suo interesse il turismo rurale.
Del resto, Proagri (il progetto che ha dato il via al primo dei nostri tour) ha proprio questo come scopo: la Comunità Europea è infatti sempre più convinta dell’importanza di valorizzare e promuovere i percorsi turistici rurali. E Slow Tourism, ovviamente, non poteva che rispondere all’appello…
Altre avventure ci aspetteranno nei prossimi mesi. Alla scoperta di luoghi e sapori di Sicilia a dir poco inediti. Continuate a seguirci!
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Tag:arancini, cioccolato di Modica, scacce, Scicli, Sicilia, turismo enograstronomico