Ci sono alcune cose che da subito possono sembrarvi molto strane; ma niente è più bizzarro di quello che ho vissuto io* al Farm Cultural Park di Favara, in provincia di Agrigento. Pensare ad esso semplicemente come a un luogo completamente restaurato sarebbe un grave errore. E ora vi spiego il perché…

Il Farm Cultural Park di Favara (www.siciliafan.it)
Il Farm Cultural Park (così come descritto dal Guardian) è un centro culturale, dove anche gli adulti possono giocare. Non ci sono animali presenti né alcun lembo verde, contrariamente a quello che il nome ci porterebbe a credere. Il Farm Cultural Park è qualcosa in più di un parco giochi all’interno di una zona del centro storico una volta fatiscente e poi nata a nuova vita. Si tratta invece di un posto fantastico, yuppie, che sta attirando da tempo gruppi interessanti ed eclettici nella provincia di Agrigento.

Di sera… (Tripadvisor)
Qui potete trovare un’emozionante mix culturale e un brulicare di negozietti e ristoranti. Le case, una volta cadenti, sono state convertite in sale espositive e luoghi di ritrovo per gli artisti locali nonché per conferenze e presentazioni. La zona infatti è così vivace che ti senti come Alice nel paese delle meraviglie, come all’interno di un alveare creativo o come una sorta di pesce, perennemente a bocca aperta a furia di guardare con stupore, dal basso verso l’alto, i muri dipinti.

www.artapartofculture.net
L’arte moderna, nelle sue varie manifestazioni, è qui particolarmente tangibile: in vari luoghi si ha la possibilità di vedere giochi di luce, texture e forme (un modo davvero interessante di riutilizzare uno spazio un tempo trascurato).
Entrando nel parco, ci si rende rapidamente conto che questo è un posto per pensatori, per liberali e persone dalla mentalità aperta. Un luogo dove le percezioni comuni vengono sfidate (del resto, questo è lo scopo dell’arte in generale) e in cui si creano nuove idee. Le pareti sono ricche di graffiti brillanti, dichiarazioni di protesta, frasi potenti e forti simboli di liberazione.

www.agrigentotg24.it
Ogni muro ha segni o disegni. Tocca a voi, in quanto spettatori, farne ciò che volete. Alcune sono dichiarazioni vere e proprie, che però contengono giochi di parole. Prendete quella che segue, per esempio, in cui si legge: “Buttare nella spazzatura” (sotto all’immagine di Putin).

Immagine da themuseumtimes.com
Alcuni disegni sono eccentrici e divertenti. Altri hanno connotazioni scioccanti, che ti portano a pensare: “Siamo schiavi degli hashtag e di Twitter?”
Soddisfatta la mente, è il turno dello stomaco. Sono capitata nel più piccolo locale che abbia mai visto: Ginger. Ginger dà un tocco africano alla zona: lo chef, infatti, è un immigrato che serve favolosi piatti piccanti e bevande uniche. Non ci si può muovere molto in questo posto ma il cibo è sicuramente gustoso.
Ho lasciato il Farm Cultural Park con una grande sensazione di appagamento. Il parco dimostra che quasi tutto è possibile, che si può generare nuovo interesse per le parti usurate di una città; ci fa capire che potremmo creare cose nuove a partire dal vecchio e in modi imprevedibili. Basta abbracciare la bellezza dell’insolito!
Godetevi il video!
* Questo articolo è liberamente tratto da quello di Elizabeth Joss, blogger di The Museum Times
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Tag:Agrigento, arte, Farm cultural park, favara, Ristorante Ginger, Sicilia